di Nunzia Eleuteri
Che il “sangue è vita” lo sappiamo tutti. O quasi tutti… Forse al sistema sanitario locale, questa verità sta sfuggendo. Assicurare la raccolta di sangue dovrebbe essere, infatti, una priorità per la sanità, eppure a Fermo le promesse restano tali e nulla (o comunque ben poco e molto lentamente) si sta facendo per garantire il funzionamento della complessa e generosa macchina dell’AVIS.
Restano chiusi i centri di raccolta periferici. Le aperture di Porto San Giorgio (solo per fare un esempio) si riducono ad una o due al mese invece di 12 mensili previste. E così via anche negli altri centri del Fermano. In pratica, ad oggi, si può donare solo all’ospedale di Fermo. I medici preposti al servizio sono 2 invece di 4. Si è in attesa del nuovo direttore del centro trasfusionale che dovrebbe arrivare tra qualche mese, in base al bando già pubblicato. Nel frattempo, i disservizi restano tanti, anzi troppi, e si rischia di demotivare i donatori, che, va ricordato, sono volontari generosi a disposizione del servizio sanitario per garantire sangue, quindi la vita.
E così, un’amara lettera di auguri natalizi ha raggiunto i donatori del Fermano. Il direttivo provinciale Avis e la presidente provinciale, Elena Simoni, si sono rivolti ai presidenti delle sezioni locali con la preghiera di inviare la lettera a tutti gli associati per scusarsi dei disservizi e per mantenere alta la motivazione degli iscritti: «Caro donatore, cara donatrice, la nostra associazione sta vivendo un momento difficile. La mancanza di medici, come in ogni settore, ha accentuato la difficoltà, già presente da oltre un anno, di effettuare la raccolta di sangue e di plasma – questo è l’esordio della missiva – Numerose, infatti, sono state le chiusure temporanee dei punti di raccolta, soprattutto dei centri periferici, che hanno inevitabilmente creato delusione e disorientamento. L’Avis Provinciale – continuano la presidente e il direttivo – si sta impegnando perché questa difficile situazione possa essere superata nel più breve tempo possibile. Il tuo, il nostro ruolo non ha perso comunque valore e nessuno di noi dovrà perdere la motivazione che lo ha portato ad essere donatore di sangue. Difendiamo il nostro essere “avisini” con speranza ma anche con tenacia. Il valore del dono è un valore assoluto che riempie il cuore e salva la vita umana, lo sappiamo bene e non siamo disposti a rinunciarci. Nessuno e nessuna circostanza potrà spegnere il desiderio di proseguire nel nostro essenziale servizio al prossimo.».
Poi l’augurio finale: «Guardando con fiducia il nuovo anno nella speranza che ci porti novità positive auguriamo, a te e alla tua famiglia, un buon Natale e un sereno 2025.». E se è vero che la speranza è l’ultima a morire, gli iscritti restano in attesa che vengano mantenute le tante promesse fatte dall’Ast e dagli organi preposti.
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