L’Assemblea delle Associazioni d’interesse sanitario dell’Ast Fermo quest’anno ha partecipato attivamente all’Atto aziendale dell’Ast Fermo con un documento che individua alcune priorità d’ intervento. Sono stati proposti una serie di argomenti da integrare al Piano formativo aziendale per il quale le associazioni offrono specialisti e risorse umane ed economiche.
L’Assemblea, che nomina i rappresentanti del volontariato nel Comitato di Partecipazione, è composta da venti associazioni molto attive, tutte regolarmente iscritte al Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e al Registro Regionale specifico. Si tratta di realtà presenti in modo capillare sul territorio, che hanno raccolto segnalazioni e bisogni anche relativamente al futuro del nuovo presidio ospedaliero, al destino del Murri, simbolo e memoria storica della sanità fermana, e alle innovazioni del fascicolo sanitario elettronico e dei Pua. Il prezioso ruolo dell’Assembla d’interesse sanitario è stato anche ribadito nell’incontro per la stampa del 19 dicembre, dove hanno partecipato tutti i rappresentanti degli enti del Terzo settore che lo compongono così come Sabrina Petrelli responsabile Urp Ast Fermo anche in rappresentanza del direttore generale Roberto Grinta, Maria Antonietta Di Felice assessore urbanistica e volontaria Avulss anche in rappresentanza sindaco di Fermo Paolo Calcinaro e Alessandro Ranieri coordinatore Ats 19 Fermo. Ogni associazione ha competenze, abilità, buone pratiche ed idee innovative e, di fronte al depauperamento del Servizio sanitario nazionale, è dotata di pazienza, capacità di ascolto e di analisi delle responsabilità, che sono molte e diffuse: la qualità dei servizi è carente e i bisogni dei cittadini sono largamente trascurati, ma non è con lo scontro e le accuse generiche che i problemi possono trovare rimedio.
Oltre al quotidiano spirito di solidarietà, alla gratuità del dono di sé – non solo di tempo ma concreto come nel caso dei donatori di sangue o di organi – che caratterizza centinaia di volontari, l’associazionismo conosce bene le difficoltà perché costituisce un solido ponte tra bisogni e risorse e, di entrambi, è in grado di vedere le luci e le ombre.
«La sanità pubblica è oggetto di critiche feroci e di svalutazione becera – affermano dall’assemblea – e nemmeno la memoria della pandemia, sembra aver insegnato nulla a coloro che hanno gestito i settori dove sono stati pagati i prezzi più alti in termini di vite umane e di violazione di diritti elementari come quelli di una morte dignitosa e di cure adeguate ai cittadini più fragili.
Le scelte scellerate, spesso fatte a livello centrale, vengono scaricate sulla sanità periferica che paga prezzi alti, al limite dello scontro sociale e le aggressioni agli operatori, la minaccia di denunce, l’uso indiscriminato del “fai da te” spesso acquistata on line, sono comportamenti privi di civiltà,(…).
Insieme al mondo del volontariato, il servizio pubblico deve provare a fare scelte coraggiose, anche se impopolari, a favore di un nuovo welfare che risponda al modello biopsicosociale, provando ad aprire un dibattito etico e culturale sulla qualità della vita e sulla salute che vogliamo e che possiamo sostenere, capace di proteggere l’individuo, la sua psiche, l’anima e le relazioni umane e non soltanto il suo corpo, gli organi e gli apparati. Un modello di salute equo e dignitoso, in una comunità solidale.
Gli ETS (Enti del Terzo Settore) che operano in ambito sanitario sono un supporto strategico per il Servizio Sanitario Nazionale. Associazioni per specifiche patologie, soprattutto rare, o dedicate alla raccolta fondi o per gestire servizi, tutte sono essenziali per la promozione e la tutela della salute: garantiscono il trasporto sanitario e le emergenze, assistono persone sole in ospedale, portano sorrisi nelle pediatrie, sostengono le famiglie nel fine vita, offrono consulenza ed ascolto quando la malattia, fisica o mentale, sconvolge la vita.
Alcune sono nate per tutelare i cittadini, per esempio Cittadinanza attiva che ha conquistato, vent’anni fa, i Comitati di Partecipazione che oggi sono organici alle politiche sanitarie.
La partecipazione è la base della vita democratica ed il Codice del Terzo Settore regola i principi di sussidiarietà, equità, garanzia di accesso e rispetto della dignità degli individui e dei loro bisogni di salute anche con la co – progettazione».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati