«L’amministrazione comunale di Fermo, chiude il 2024 con un consiglio comunale prevalentemente incentrato su provvedimenti di carattere economico e finanziario, quali l’ennesima variazione al bilancio 2024 e l’approvazione del bilancio 2025.
La chiusura del bilancio 2024 si caratterizza per una ulteriore rigidità delle spese che di fatto immobilizzano l’avanzo di amministrazione ad euro 17.761.000, di cui quelli spendibili discrezionalmente si riducono a circa 1.629.000 euro, dovendo accantonare ingenti risorse per crediti di dubbia esigibilità, fondo per contenziosi ed altri accantonamenti di legge». A dirlo è il capogruppo consiliare del Partito Democratico, Sandro Vallasciani, a margine del consiglio comunale di ieri.
«A conferma di tale spasmodica gestione – prosegue il consigliere – si ratifica al consiglio una ulteriore variazione di bilancio legata al maggior fabbisogno di ulteriori 91.000 per aggio su riscossioni canone unico, integrazione fondo di riserva ed altre minute necessità dell’ultima ora, non prese in considerazione non meno di 20 giorni fa quanto si è ulteriormente approvata una ennesima variazione.
Infine l’approvazione del bilancio di previsione 2025, che fissa a 62 milioni di euro la spesa corrente, ben 18.000.000 in più del consuntivo 2023, è un puro atto di fede visto che al momento della sua redazione non sono disponibili i dati che ne potrebbero pregiudicare il suo equilibrio. Molte delle cifre ipotizzate saranno suscettibili di significative variazioni, in quanto dipendono da accertamenti che potranno essere noti solo in corso del prossimo anno, mentre sono certi i tagli previsti dal governo che potrebbero incidere per minori trasferimenti che oscillano da 300 mila ai 400 mila euro. Quello che è invece chiaro è il maggior costo per l’accensione dei prestiti per 9 milioni di euro dovute alla realizzazione del Biodigestore di cui il comune ne cofinanzia l’intervento che ammonta ad oltre 32.000.000 di euro.
L’operazione Biodigestore è la vera sfida di questa Amministrazione nella capacità di poter rispettare i tempi di realizzazione entro il marzo 2026, ma soprattutto quella di avviare l’attività di gestione e renderla remunerativa per l’Asite. E’ sulla gestione della complessa attività di funzionamento dell’impianto che si gioca la partita, per il reperimento delle materie prime e di personale qualificato che faranno la differenza sui risultati economici dell’attività che a seconda dell’esito potranno mettere in seria difficoltà la società stessa e di conseguenza il comune proprietario. Quello che è certo che il comune accantonerà somme per tale operazione per circa 500.000 euro nei prossimi 24 anni.
Il Bilancio 2025, da documento tecnico diventerà man mano prevalentemente un bilancio “elettorale” in quanto sarà l’ultimo anno di effettivo esercizio dell’Amministrazione Calcinaro, per cui toccherà fare i conti più che sulle cose che saranno avviate o eseguite nel 2025, sull’eredità che questa Amministrazione lascerà alla città. Fermo ed il suo territorio occupano 80° posto a livello nazionale per affari e lavoro ed al 69° per i servizi alla salute, dati di certo non confortanti. Grave errore di questa amministrazione è stato quello di non essere riusciti ad intercettare i fondi ministeriali per il sostegno all’area di crisi complessa quale quella in cui versa il nostro territorio provinciale.
Quello che resterà da gestire nel futuro non certo roseo, è la capacità di poter gestire tutti i nuovi contenitori che sono in corso di costruzione e/o recupero come il Mercato Coperto, il Fontevecchia, le strutture del Pinqua alla Conceria, il vecchio e nuovo ospedale, ove lo sforzo maggiore non sarà quello di completarli ma di avere la capacità economica ed il capitale umano per utilizzarli a fini pubblici nel tempo».
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