di Silvia Ilari
Ieri pomeriggio in una splendida cornice offerta dal Palazzo Alaleona di Montegiorgio, spazio al padre della lingua italiana tra letture della Divina Commedia, lezioni e sapori locali, nell’edificio recentemente restaurato dalla famiglia Beleggia, con in testa Lanfranco, fondatore e presidente del gruppo Bros (presente in sala anche Beatrice Beleggia, ceo della Bros Usa corporation).
Il palazzo, attualmente di proprietà proprio della famiglia Beleggia, prende nome dallo storico proprietario, il musicista Domenico Alaleona, a cui è intitolato anche il teatro locale, ed è tornato a splendere, dopo quasi sei anni di restauro, alla fine del 2021.
In prima battuta Patrizia Morini, responsabile Pr di Bros Manifatture ha sottolineato come «il palazzo sia stato restaurato nei minimi particolari, con un’attenzione maniacale all’intaglio, com’è nello stile di Lanfranco Beleggia» patron del noto brand di gioielli e, si diceva, proprietario dell’immobile. «Perché al territorio – rimarca Morini – ha sempre tenuto tanto e al territorio vuole continuare a dare, vedasi i numerosi investimenti fatti nel Fermano».
Un “viaggio dantesco” nel cuore delle Marche
Ora, alle porte del 2025, il luogo ha colpito l’attore e regista Massimiliano Finazzer Flory che ha deciso di portare qui il suo “Dante per i Borghi”, progetto itinerante che vede l’interpretazione e la lettura di brani tratti dalla Divina Commedia e che proseguirà fino al 2025, toccando ben 20 regioni.
Promosso dal Ministero del Turismo e dalla Società Dante Alighieri, l’evento ha visto il patrocinio, oltre che di Palazzo Alaleona, del Comune di Montegiorgio, di Cultura Italiae, del Giubileo 2025, della Società Geografica Italiana e di Intesa San Paolo.
Dopo il saluto di Massimo Temperini, presidente del Comitato fermano della Società Dante Alighieri, fondata più di 130 anni fa, che ha ricordato l’importanza di coltivare i talenti e le proprie inclinazioni e, di conseguenza, l’arte e la cultura.
Successivamente, Simone Betti, docente di Geografia e direttore del Dipartimento di Scienze della Formazione per i Beni Culturali e il Turismo all’Università di Macerata, ha sottolineato «la complessità del nostro territorio e della marchigianità, mitigata dal sistema dei confini che non finiscono esattamente dove lo Stato ha prestabilito. Allora arriviamo al concetto di sistema territoriale. Auspico una volontà di sviluppo che non pensi solo ma anche al turismo».
Si è poi entrati nel vivo con l’attore e regista Massimiliano Finazzer Flory che, attraverso le sue letture, ha spaziato e interpretato brani della Divina Commedia, ricordando come il libro è l’estensione della nostra memoria e della nostra immaginazione, citando Borges. Ringraziando i presenti e la famiglia Beleggia per l’ospitalità, ha affermato come, in quel momento, tutti stessero lì condividendo la stessa moneta: la lingua.
Dopo aver specificato che la parola più frequente nella Divina Commedia è occhi, che ricorre ben 212 volte, sottolineandone l’importanza, Finazzer Flory ha interpretato e commentato con maestria il canto 26 dell’Inferno, fino ad arrivare a toccare il canto 33 del Paradiso.
Tra letteratura e sapori
La serata si è conclusa con una degustazione di prodotti tipici locali, in collaborazione con Officina del Sole, della cui cantina erano presenti anche vini della linea “360” ad accompagnare i cibi, creando così un’esperienza immersiva che ha connesso il patrimonio enogastronomico marchigiano e architettonico con la letteratura.
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