Domenica speciale del Fermo Vocal Fest, il festival classico della Marca Fermana, che propone, domani, l’esecuzione del celebre “Magnificat BWV 243” di Johan Sebastian Bach, opera monumentale che esordì a Lipsia il 2 luglio 1733. L’evento avrà luogo domani, si diceva, alle 17.30, nella concattedrale di San Domenico.
La maestosità dell’opera musicale può essere riassunta nel numero dei protagonisti: cinque solisti, 35 cantori del coro, 30 strumentisti d’orchestra. Di rilievo i nomi degli artisti impegnati: Valentina Mastrangelo (soprano I), Giulia Alletto (soprano II), Nutsa Zakaidze (alto), Matteo Laconi (tenore), Alessandro Abis (basso). Sul podio il maestro Emanuele Bizzarri che dirigerà anche il coro Vox Poetica Ensemble di Fermo e l’Orchestra Rossini di Pesaro e Fano. Il programma completo di sala: “Concerto per archi in la maggiore RV 158” di Antonio Vivaldi; “Concerto Grosso op. 6, n. 7 HWV 325” di George Friederich Haendel; “Magnifcat BWV 243” di Johan Sebastian Bach.
«Il Fermo Vocal Fest – sottolinea Claudio Laconi, coordinatore generale del Festival – è una manifestazione unica nel suo genere nelle Marche, riconosciuta dal mondo musicale e accademico italiano come di alta valenza artistica e culturale, di alta formazione musicale e degna di nota per il notevole lavoro di ricerca archivistica con il recupero e la riscoperta di importanti fonti musicali antiche e di prime esecuzioni in epoca moderna. Questo grande lavoro si concretizza in vari filoni: organizzazione di concerti sul repertorio che va dal XVI al XVIII secolo; formazione rivolta a musicisti, cantanti, direttori d’orchestra e di coro; ricerca d’archivio con il coinvolgimento di storici della musica; approfondimento e conversazioni con artisti di fama internazionale nel campo della musica classica e barocca. All’interno del programma generale del Festival è ospitato il concorso corale nazionale Città di Fermo che accoglie le migliori formazioni vocali italiane, le quali vengono giudicate da una giuria composta da personalità del mondo musicale italiano di chiara fama».
Il “Magnificat BWV 243” in Re maggiore per orchestra, coro a cinque voci (due soprani, contralto, tenore e basso) e cinque solisti, è una delle le più celebri composizioni vocali sacre in lingua latina di Bach. Si tratta di una cantata sacra caratterizzata da una particolare varietà stilistica, sia per quanto riguarda la struttura formale dei brani in essa contenuti (Bach pone in successione arie solistiche, duetti, terzetti e cori), sia per l’eterogeneità dei caratteri e delle atmosfere da essi evocate, che vanno dall’esplosione di giubilo dei cori alla dolce intimità di alcune arie. Negli anni successivi alla morte del compositore, gli autografi di entrambe le versioni del Magnificat passarono alla custodia del figlio Carl Philip Emmanuel Bach. Secondo il musicologo Alfred Dürr, il Magnificat nella sua prima versione (BWV 243a) risale al 1723 e fu composto, probabilmente, in occasione dei Vespri di Natale a Lipsia nello stesso anno. La composizione della seconda versione del Magnificat BWV 243 – quella più nota nonché comunemente eseguita in concerto oggi – risale, secondo gli studi più recenti, agli anni 1732-1735; la sua prima esecuzione avvenne il 2 luglio del 1733 presso la Thomaskirche di Lipsia, in occasione della festa della Visitazione. Bach traspose la seconda versione alla tonalità di Re maggiore, specificamente adatta alla sonorità della tromba (strumento che ha un ruolo di particolare rilievo in questa composizione), e rimosse le quattro interpolazioni natalizie, forse per rendere l’opera eseguibile anche durante le altre festività liturgiche in cui era possibile eseguire il Magnificat, come Pasqua o Pentecoste. Oltre alla tonalità differente, questa seconda versione presenta anche l’aggiunta di due flauti traversi e la sostituzione della coppia di flauti dritti con una coppia di oboi d’amore.