di Marco Benedettelli
La scena più magica ha come sfondo il molo nord della Lanterna rossa, aperto sull’Adriatico. «Quel posto mi è rimasto nel cuore, ci ho messo anche una canzone di Pino Daniele a fare da colonna sonora (“Mal di te”, ndr) . E mentre giravamo Monica Vitti, ritratta nel bellissimo murale sotto al piccolo faro, è stata il nostro nume tutelare», racconta Alessandro Siani, regista e attore della commedia di Natale “Io e te dobbiamo parlare” uscita in tutta Italia da pochi giorni e girata in gran parte ad Ancona.
Nel cast c’è un altro campione della comicità nostrana, Leonardo Pieraccioni che recita nel ruolo di attore coprotagonista assieme a Siani.
I due artisti sono arrivati per presentare il loro film al cinema Movieland Goldoni oggi pomeriggio, hanno attraversato il red carpet steso per l’occasione e sono stati accolti dal grande abbraccio del pubblico nella galleria più capiente del multisala di via Montebello.
Ma l’incontro pubblico si è tramutato immediatamente in un divertentissimo show. Le parole sulla Lanterna rossa, set della scena conclusiva di “La ragazza con la pistola” con una indimenticabile Monica Vitti, sono state forse il momento più serio del pomeriggio, altrimenti cadenzato da una serie di battute, gag, barzellette e freddure ben assestate, con picchi di comicità anche surreale, che hanno scaldato per bene il pubblico.
Dopo il saluto del responsabile di Marche Film Commission, Francesco Gesualdi e alla presenza del governatore delle Marche Francesco Acquaroli e del sindaco di Ancona Daniele Silvetti, i due comici hanno dato un saggio in presa diretta di come la loro comicità si sia mescolata nel film con esiti scoppiettanti: tempestosa ma sempre gentile quella del fiorentino Pieraccioni, sorniona e penetrante l’altra del napoletano Siani.
E lo dimostra già l’ottima partenza al botteghino di “Io e te dobbiamo parlare” che ora è atteso dalle giornate natalizie.
Intervistati dal presidente della Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini, dopo aver smontato e spostato e ripiazzato i pannelli con cui era stato allestito il palco per il loro talk, i due comici non sono stati fermi un attimo.
Siani ha scherzato sul carattere un po’ enigmatico degli anconetani, «Che ci chiedevano, “ma perché proprio Ancona per fare questo film?”, come senza capacitarsene».
Pieraccioni ha continuato a ribadire la sua passione per i “moscioli” e per la cucina marchigiana in generale, «Pesavo 78 chili quando sono arrivato e 84 al momento di ripartire», «I moscioli mi seguivano dappertutto, me li ritrovavo la notte che bussavano alla mia camera d’albergo» e poi ci sono stati i momenti di gioco con il pubblico, botte e risposte fatte di una comicità anche pepata, nel solco che tutti conosciamo della commedia all’italiana.
Non sono mancati i complimenti alla città per il suo profilo suggestivo, «Una piccola Los Angeles» dai tanti sali e scendi, l’ha definita Pieraccioni, «Le Marche noi toscani le frequentiamo poco anche se siamo vicini, è un paesaggio che ha molte somiglianze con il vostro».
E per Ancona, sebbene la città non venga mai nominata direttamente nel corso della commedia, di sicuro si tratta di una vetrina molto vistosa, che a Natale raggiungerà un vasto pubblico.
Tantissime le angolature immortalate, dall’alto coi droni, dalle strade, tra il porto e i monumenti e i luoghi dove chiunque conosce la città può ritrovarsi, mentre i due protagonisti ne combinano di ogni nel ruolo dei due poliziotti un po’ imbranati e legati tra loro da intricate vicende familiari.
Lo schema è quello ben rodato del “buddy movie”, il film di amicizia che ha visto insieme nel cinema tante copie comiche e ora unisce per la prima volta Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni.
Comprensibile la soddisfazione di Marche Film Commission, Acquaroli e Silvetti mentre giornalisti e pubblico scattavano foto a più non posso e mentre risuonavano risate e applausi nella sala del cinema che, in quanto tale, rimane una poderosa macchina da sogni con tutto quello che riesce a muovere, ancor più attorno a un successo annunciato come “Io e te dobbiamo parlare”.
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