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«Dei ragazzini hanno picchiato mio padre» La denuncia “social” di una donna. Cresce la tensione a Porto Sant’Elpidio

PORTO SANT'ELPIDIO - Stando al racconto di alcuni testimoni, ascoltati poi dalle forze dell’ordine, la vittima del pestaggio non avrebbe gradito alcuni atteggiamenti dei giovani, rei, sembrerebbe, di aver rovesciato anche un vaso. A quel punto dal diverbio, i ragazzi, sarebbero passati all’azione circondando l’uomo e colpendolo con calci e pugni

La Polizia a Porto Sant’Elpidio (foto di repertorio)

di Maikol Di Stefano

Ragazzini rimproverati da un esercente, lo pestano e lo mandano al pronto soccorso. Un altro episodio di violenza si è consumato a Porto Sant’Elpidio nel tardo pomeriggio di ieri, vittima il titolare di un bar in via Cesare Battiati.

L’episodio: una diatriba nata da un rimprovero che l’uomo avrebbe rifilato ai ragazzi, un gruppetto di adolescenti che stazionava davanti al punto dei distributori automatici a pochi passi dal locale. Stando al racconto di alcuni testimoni, ascoltati poi dalle forze dell’ordine, la vittima del pestaggio non avrebbe gradito alcuni atteggiamenti dei giovani, rei, sembrerebbe, di aver rovesciato anche un vaso. A quel punto dal diverbio, i ragazzi, sarebbero passati all’azione circondando l’uomo e colpendolo con calci e pugni. Il tutto in pieno centro città. In pochi istanti la chiamata alle forze dell’ordine che sono accorse e hanno cominciato a ricostruire l’accaduto e passare al riconoscimento degli eventuali responsabili. Un’indagine che sta continuando tutt’ora, ma da quanto raccolto si tratterebbero di tutti giovanissimi tra i 14 ed i 16 anni come ha raccontato, con un lunghissimo sfogo social, la figlia della vittima.

Lo sfogo: “Vorrei fare i complimenti ai genitori dei ragazzi che stazionano ai distributori automatici in via Cesare Battisi. Complimenti, ora è comprensibile perché i vostri figli sono dei teppisti. Ho avuto modo di vedervi e sentirvi parlare, vergognosi. Vergognosi voi e i vostri figli. Educateli al rispetto altrui. Educateli al rispetto delle cose altrui e delle persone, a prescindere dall’età. Finché questi fanno danni in casa propria, amen, cavoli loro. Ma quando pestano mio padre senza un minimo di risentimento, no. Non lo accetto. – ha scritto la ragazza – Vergognatevi. Fate le vittime davanti alla polizia mentre mio padre è in pronto soccorso. Lo avete pestato in 5/6. Bambini di 14/15 anni che a quell’ora dovrebbero stare già a casa e non in giro a picchiare un povero uomo di 60 anni dopo 14 ore di lavoro senza pause. Andate a lavorare se non sapete cosa fare».

Tre giorni di fuoco; quelli vissuti in città da venerdì a ieri iniziati con i furti nelle aree proprio adiacenti a dove ieri si è consumata la violenza. Sabato è stata invece la volta dell’ormai grande “classico” con la tentata rapina in una casa dell’area Pescolla – Fonteserpe, malvivente che sono entrati all’interno dell’abitazione con i proprietari in casa e quest’ultimi che hanno messo in fuga i malviventi, facendo partire poi anche un inseguimento che non ha avuto però l’esito sperato, arrivando all’episodio in stile “baby gang” nell’arteria centrale della “movida elpidiense”, il tutto a chiusura di una giornata natalizia con mercatini e aree gioco proprio per ragazzi e bambini.

L’analisi: Se qualche tempo fa la frase “Porto Sant’Elpidio ha un problema sicurezza” era posta come domanda, oggi il sommarsi di episodi la trasforma in un’affermazione che deve portare quindi ad una riflessione differente: ed ora? Perché questo si chiedono in molti. La politica dal suo canto dovrà lavorare concretamente perché oramai da tempo fatti di cronaca si susseguono proprio nel cuore della città fra spaccio e violenza. Solo sei mesi fa, a 50 metri da dove si è consumata ieri l’aggressione, non più di 70 passi, si è consumato un omicidio. Il tutto porta sicuramente a non poter più minimizzare con l’espressione: “sono episodi sporadici”. Un problema che in prima persona tocca chi la città l’amministra, ma che richiede una profonda riflessione di tutte le parti in gioco comprese quelle di minoranza, perché la sicurezza dell’individuo tocca ogni cittadino e non può essere solo benzina per spot elettorali. Nel frattempo crescono la preoccupazione e il nervosismo degli esercenti del centro città, da tempo costretti a convivere con episodi di violenza gratuita. Una situazione che li pone di fronte al doppio problema, uno quello dell’incolumità, l’altro quella dell’immagine. Ecco perché per paura di perdere clientela, spesso poi gli stessi esercenti si trovano “costretti” a minimizzare e andare avanti. In mezzo a questo turbine di protagonisti, si trovano i cittadini che continuano a vivere una strana insicurezza.


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