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Conto alla rovescia per “Rinascimento a Fermo”: la mostra a cura di Sgarbi e Scotucci

CULTURA - Il noto curatore e critico d'arte Vittorio Sgarbi sull'esposizione: «L’elitè della società ‘adriatica’ rinascimentale fermana produsse una grande rinascita nel segno della classicità, con un patrimonio artistico mobile davvero ricco di sfavillanti testimonianze». Le opere saranno visitabili dal 31 dicembre 2024 al 4 maggio 2025 al Palazzo dei Priori

Una mostra “work in progress”, che prende avvio da martedì 31 dicembre, che sarà subito visitabile e che sarà pienamente espositiva, arricchendosi via via di altre opere, dalla fine del mese di gennaio 2025, si disvelerà a poco a poco, come un piccolo grande regalo della città di Fermo al territorio. Dopo l’apertura della mostra di “Steve McCurry – Children”, una nuova grande esposizione pittorica arriva a Fermo. Dal 31 dicembre 2024 al 4 maggio 2025 Palazzo dei Priori ospita la mostra “Rinascimento a Fermo”, a cura di Vittorio Sgarbi con Walter Scotucci. La mostra offre un focus particolare sul Cinquecento e permette di scoprire il periodo rinascimentale della storia millenaria di Fermo, che rientra nella cultura denominata Rinascimento adriatico. Un periodo non ancora compiutamente indagato e di cui non sono stati conclusi studi quanto mai necessari sui principali protagonisti che operarono in quest’area tra gli ultimi decenni del Quattrocento e il Cinquecento: Carlo e Vittore Crivelli, Antonio Solario, Giuliano da Fano, Vincenzo Pagani, Lorenzo Lotto, arricchiti dalla presenza in mostra di Giulio Romano, Antoniazzo Romano e molti altri. Il curatore Vittorio Sgarbi sulla mostra: «L’elitè della società ‘adriatica’ rinascimentale fermana produsse una grande rinascita nel segno della classicità, con un patrimonio artistico mobile davvero ricco di sfavillanti testimonianze».

La mostra è promossa dal Comune di Fermo con il contributo della Regione Marche, della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, partner Mus-e del Fermano e in collaborazione con Sinopia. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura e Turismo. «Un’esposizione che parte, ci accompagna durante questi giorni di festa e che sarà visitabile fino a maggio prossimo – ha detto il Sindaco Paolo Calcinaro. Un’altra bella opportunità di arte e di cultura che Fermo offre alla città ed al territorio e che siamo sicuri rappresenterà una nuova occasione per ammirare le proposte espositive e al contempo per conoscere il patrimonio storico e culturale di Fermo. Ringrazio i curatori il prof. Vittorio Sgarbi e il dott. Walter Scotucci, Maggioli e gli uffici Comunali per questa esposizione che impreziosisce l’offerta culturale della città non solo per le feste ma che sarà visitabile fino a maggio». «Oltre al ricco e straordinario patrimonio museale e storico che la città offre in modo permanente, siamo lieti come ogni anno di fregiarci anche del fatto che la città è in grado di presentare e offrire mostre temporanee di alto livello culturale che partono dal periodo delle feste per inoltrarsi fino alla tarda primavera – ha detto l’assessore alla cultura Micol Lanzidei. Dopo quella fotografica di McCurry che tanto successo sta riscuotendo, Palazzo dei Priori si conferma essere polo espositivo di punta della città con un’altra esposizione che avremo il piacere e l’onore di svelare a poco a poco, che sarà visitabile da martedì 31 dicembre fino al maggio 2025, che si arricchirà ulteriormente di altre opere e sarà completa dalla fine di gennaio 2025. Fermo si conferma una realtà nella produzione culturale, in grado di stupire e di sorprendere con la sua bellezza. Un grazie al lavoro di Maggioli Cultura, di Sinopia, degli Uffici Comunali ed al prof. Vittorio Sgarbi ed al dott. Walter Scotucci per la curatela preziosa e come sempre qualificata».

L’esposizione a Palazzo dei Priori è un primo invito alla ricerca e alla ricognizione: non si può, infatti, capire a pieno l’importanza della città di Fermo tra fine ‘400 e in tutto il ‘500 se si considera soltanto il patrimonio storico artistico ed architettonico che attualmente è conservato in città. Apparirebbe, invece, più chiaro, reintegrandolo di quelle testimonianze di cui nel tempo è rimasto privo. Ad esempio la presenza di Lorenzo Lotto a Fermo, da collegare a quella contemporanea dell’architetto Antonio da Sangallo il giovane. Come anche la figura di Vincenzo Pagani che assunse il ruolo di assoluto protagonista del Cinquecento fermano, con opere importanti e meritevoli di confronto, in mostra, con i suoi contemporanei: la “Madonna con bambino in Gloria d’Angeli”, la “Sacra Conversazione”, la “Natività con Santi Agostino, Monica e San Nicola”, la “Madonna in trono con Bambino e Santi Giovanni Battista e Maddalena”. Non potevano mancare le opere dei fratelli Carlo e Vittore Crivelli, in particolare rispettivamente la “Pietà” e il trittico “La visitazione della Vergine a Santa Elisabetta, San Giovanni Battista e San Francesco – Crocifissione”, e Lorenzo Lotto in mostra con due ritratti esemplari.

Il curatore Walter Scotucci sulla mostra: «Tra le gravi mancanze dell’attuale patrimonio storico artistico ed architettonico di Fermo va annoverata quella della pala di Giovanni Pagani del 1513 per l’altar maggiore della chiesa di San Rocco in piazza del Popolo, l’opera di Olivuccio di Ciccarello e la tavola di fra’ Fabiano da Urbino, oggi a Brera ed un’altra importantissima di Lorenzo Lotto datata 1535, sostituita da una copia ottocentesca di buona fattura».

Lungo sarebbe ancor più l’elenco se si volesse entrare nel merito della dispersione di opere provenienti da collezioni private di cui le famiglie nobili fermane, in ogni epoca, hanno sempre fatto tesoro. Dispersioni che non hanno ovviamente neppure risparmiato manufatti lapidei, sculture lignee, codici ed oggetti preziosi di oreficeria, con un bilancio finale davvero molto doloroso, causato per lo più da requisizioni, rapine di guerra o da vendite, ma anche dall’usura del tempo, dalla trascuratezza degli uomini e dalle trasformazioni che i secoli inevitabilmente hanno comportato. La mostra “Rinascimento a Fermo” permette una riflessione sulla bellezza e ampiezza di questo meritevole patrimonio e si arricchirà di opere durante il periodo di esposizione per stimolare ulteriori studi e approfondimenti.


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