di Pierpaolo Pierleoni
Ore 19.10 del 2 gennaio 2025. Il ponte di Casette d’Ete è aperto. Si transita sulla nuova struttura in acciaio realizzata dal Genio civile regionale. Dopo 193 giorni di strada chiusa, viabilità alternativa, Mezzina congestionata, ritardi e proteste, i due versanti dell’Ete morto sono di nuovo collegati. Accade in una giornata che sembra non finire mai, con una riapertura che rimane in bilico fino a sera, con il sit-in di protesta contro la chiusura della scuola infanzia e la cittadinanza che attende, chiede, posta e fotografa ora per ora.
Di buon mattino parte il collaudo, con le prove di carico che vedono schierati in fila lungo il ponte diversi mezzi pesanti. Le verifiche danno esito positivo, a decine tra residenti e passanti, assistono incuriositi. Sembra finalmente la giornata buona, dopo i due collaudi rinviati causa maltempo, prima il 20, poi il 23 dicembre. Si vedono sul posto progettisti e direttore dei lavori, c’è il dirigente del Genio civile regionale Vincenzo Marzialetti, assiste alle operazioni la consigliera regionale Jessica Marcozzi con l’ex sindaco Alessio Pignotti e l’ex vicesindaco Roberto Greci. Sembra fatta, circola voce che si riapra nel primo pomeriggio, non è previsto alcun taglio del nastro.
Manca qualche minuto alle 16 quando transitano alcune bici e una manciata di auto, potranno dire di essere stati i primi in assoluto a percorrere il nuovo ponte, ma è un fuori protocollo in attesa che sia consegnato il verbale di collaudo, formalmente la struttura è ancora chiusa. A quel punto scatta la protesta delle famiglie, sul piede di guerra per la chiusura della scuola infanzia e dell’imminente trasferimento dei bambini al plesso di Castellano. Arrivano in ordine sparso, ma di minuto in minuto il gruppo cresce, si mostrano striscioni che vanno da “si apre un ponte si chiude una scuola” a “no scuola no futuro”, a “burocrati”. Nel frattempo, in uno studio a poche decine di metri si tiene una riunione, pare piuttosto vibrante, tra tecnici e polizia locale. Serve produrre il verbale di collaudo prima di riaprire. L’attesa si fa snervante. C’è chi scherza: “Freschino per essere il 19 settembre”, ironizzando sulla data prevista per la fine dei lavori quando si chiuse la strada. Si leva più volte il coro “buffoni buffoni”. Carabinieri e vigili monitorano la situazione, ma la protesta resta civile.
Finalmente, a pochi minuti dalle 19, la fumata bianca. Sul ponte si può passare. L’ex sindaco Pignotti e la polizia locale si avvicinano al gruppo fermo al centro della carreggiata, chiedendo di liberare la strada. Il confronto con l’ex primo cittadino è tesissimo e a muso duro. Gli viene contestata la responsabilità per la chiusura della scuola, lui ricorda di essere stato sfiduciato a giugno, quando c’era tutto il tempo per evitarla, ma in molti gli rimproverano un rimpasto di giunta sgradito a buona parte dei residenti di Casette, causa madre del terremoto in maggioranza che ha portato alla caduta dell’amministrazione. Alla fine i toni si calmano, si riavvolgono gli striscioni, gli animatori della protesta, uno dopo l’altro, si allontanano. Il nuovo ponte è realtà, le prime auto lo attraversano.
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