di Maikol Di Stefano
Il Comune di Porto Sant’Elpidio accetta il vincolo su Villa Maroni e non procede col contenzioso. Cambio di progettualità sul futuro del vecchio stabile nel quartiere Corva: non si va più all’abbattimento ma si proverà a recuperarlo.
«Sulla questione riguardante la realtà di Villa Maroni era stata portata avanti una richiesta di valutare la valenza storica dell’immobile e la Soprintendenza ha definito di valore storico culturale l’edificio. A questo punto abbiamo portato avanti un ricorso amministrativo, dove, anche lì, si è data ragione alla valutazione della Soprintendenza – spiega il sindaco della città, Massimiliano Ciarpella – Noi l’immobile, nello stato in cui è oggi, lo troviamo pietoso e ci siamo dovuti fermare un attimo a fare delle valutazioni: andare avanti e arrivare ad un ricorso penale che porta a tempi dilati oppure valutare un progetto di riqualificazione, andando magari anche a recuperare quello del 2002/2003 in parte. Dopo un’attenta analisi, fatta come macchina amministrativa, insieme agli uffici e ai tecnici di competenza, si è scelto di non proseguire con un contenzioso il quale non porterebbe ad alcun guadagno per Comune e città. Il primo passo sarà quindi un intervento di messa in sicurezza sullo stabile magari utilizzando una parte dell’avanzo di bilancio. Certo sarebbe stato meglio inserire la villa all’interno del sisma bonus o dei fondi del Pnrr, ma questo non è stato fatto e quindi ci rimboccheremo le mani noi, come sempre abbiamo fatto in questi mesi su tutta la città».
Una notizia che non lascia certamente indifferente la cittadinanza e soprattutto l’associazione di quartiere Corva che va dritta col proprio pensiero. «Scopriamo oggi, nostro malgrado, che il futuro del vecchio stabile di Villa Maroni è cambiato drasticamente. Negli ultimi diciotto mesi a più riprese, tramite incontri personali e a mezzo stampa abbiamo ascoltato e letto una linea che portava all’abbattimento dell’ormai fatiscente edificio. Un’idea che come associazione abbiamo supportato e condiviso anche pubblicamente. Nell’ultimo colloquio avuto con l’amministrazione ci era stato garantito, senza alcun dubbio, che si sarebbe andati avanti con qualsiasi grado di giudizio per rimuovere il vincolo posto dalla sovraintendenza. Oggi questo è mutato drasticamente, il vincolo viene accolto e su questo si parla di messa in sicurezza e riqualificazione dell’intero immobile. Noi ci troviamo, come sempre, a prendere atto e a poter solo metterci a disposizione del quartiere e delle realtà amministrative differenti che in questi anni hanno sempre parlato di cosa fare di Villa Maroni, senza poi fare praticamente nulla. Non siamo politici e non facciamo politica, non è compito nostro stare nel gioco delle parti di chi si passa la palla da un campo all’altro per attribuire la responsabilità all’altro. Quello di cui siamo certi, ad oggi, conoscendo la storia del nostro Comune, è che ci troviamo col rischio concreto, netto e quasi assicurato di scoprire in Villa Maroni la Fim del quartiere Corva. Uno scenario che ci preoccupa e sicuramente non ci rende gioiosi. – fanno sapere i membri del direttivo, guidati dalla presidente Francesca Chioini – Attualmente ci troviamo con un quartiere che si sente “dimenticato” un po’ da tutte le parti. Villa Maroni e il vecchio stabile Collodi oramai dismesso da 12 mesi sono due edifici chiusi, inutilizzabili e che potrebbero divenire dei “cancri” nel cuore della nostra comunità. Una nuova scuola il cui cantiere, ad oggi, è fermo ad una recinzione senza che un mezzo abbia mai iniziato i lavori. I nostri servizi sono resi all’osso e non c’è una visione culturale e turistica del quartiere. Diciamo tutto questo senza alcuna rabbia o voglia di rivalsa, ma crediamo sia giusto che nel gioco delle parti ognuno sia franco ed onesto. Se la nostra attività, e con noi quella dei residenti, si fermasse, non creando più eventi e manifestazioni che vanno a sostituire un calendario che potrebbe e forse dovrebbe essere amministrativo e comunale, il nostro sarebbe un vero e proprio quartiere fantasma. Quello che chiediamo, noi, è solo di renderci tutti conto della reale situazione e se noi continuiamo a fare il nostro, mettendoci faccia, cuore ed impegno, qualcun altro inizi a metterci il proprio affinché la Corva resti quella realtà che sempre è stata».
Un malcontento generale che prova, in parte ad essere lenito subito dall’assessore ai quartiere e vicesindaco della città Andrea Balestrieri che spiega: «Daremo vita nel corso del 2025 alle varie manutenzioni con un piano degli asfalti già concordato in fase di colloquio con la stessa associazione di quartiere, un altro nostro impegno sarà quello di qualificare la grande area verde in via Malacaria alle porte del quartiere al fine di darne maggiore fruibilità ed una nuova zona di vita per residenti e associazione. Anche questo intervento arriva a seguito del proficuo incontro con l’associazione di quartiere ed il suo direttivo».
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