«Taglio del 30% sul costo del lavoro nelle Marche, misura fondamentale. Manca solo l’ultimo passaggio, le imprese ora ci credono». A parlare è il presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani.
«Da una crisi ormai strutturale come quella che stiamo vivendo, di certo gli imprenditori non possono uscire da soli, come hanno sempre fatto invece in passato. Per questo diventa fondamentale l’asse con la politica».
«La buona notizia tra fine 2024 e inizio 2025 – si legge nella nota di Confindustria Fermo – è arrivata dal senatore Battistoni di Forza Italia che ha presentato un ordine del giorno, poi approvato, che prevede l’estensione del taglio del 30% della parte contributiva del lavoratore a carico dell’imprenditore».
«Questa è una delle misure più importanti di cui usufruisce il sud Italia grazie alla Zes unica. Sud che per il legislatore ha inizio dopo il Tronto, ovvero al confine con le Marche. Questo ha creato nel tempo una serie di squilibri, causando addirittura lo spostamento di attività dalla nostra regione verso l’Abruzzo. Oltre ad aver favorito importanti insediamenti, l’ultimo quello di Cucinelli che porterà 250 nuovi posti di lavoro proprio in Abruzzo – prosegue Luciani – Una misura quindi attesa che ora deve solo superare l’ultimo scoglio. Il confronto con Battistoni e la consigliera regionale Jessica Marcozzi, che in Regione ha tenuto vivo questo percorso, si chiuderà quando l’ordine del giorno diventerà legge e sarà finanziato. Non è rientrato nella Manovra per questione di giorni, ma ci è stato garantito che il tutto avverrà in tempi brevi. Anche perché lo stesso governatore Francesco Acquaroli sta monitorando l’iter e di certo farà pressione sul ministero perché si chiuda la questione in maniera fruttuosa. Non come avvenuto per il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo che da aiuto è diventato un incubo per decine di imprese del settore della moda».
La decontribuzione è una misura, tra l’altro, che interessa ogni settore economico regionale: «Potremo dire, una volta finanziata, che la battaglia della nostra piccola provincia, condotta insieme con i presidenti di Cna e Confartigianato, confrontandoci anche con le parti sociali, ha davvero aiutato tutti. Sappiamo che la moda è quella più in difficoltà, la conferma dai dati forniti da Assocalzaturifici con cali in doppia cifra e una ripresa che non arriverà prima di sei mesi soprattutto se non terminerà almeno la guerra tra Russia e Ucraina, ma è tutto il sistema produttivo che ne trarrà beneficio» conclude Luciani.
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