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Stop al vincolo per l’Excelsior. Vesprini: «La sentenza del Tar superata dalla convenzione»

PORTO SAN GIORGIO - Procedimento viziato. Dopo tredici anni il Tar Marche ha accolto il ricorso della società Excelsior Cinematografica srl annullando il decreto con il quale, nel dicembre del 2010, il Direttore regionale per i beni culturali delle Marche aveva dichiarato l'interesse culturale del vecchio immobile di fatto vincolandolo. In questi anni, a dire il vero, né il Comune di Porto San Giorgio, né il Ministero per i beni e le attività culturali, né la Sovrintendenza si sono mai costituiti presentando memorie a loro difesa.

di Sandro Renzi

Procedimento viziato. Dopo tredici anni il Tar Marche ha accolto il ricorso della società Excelsior Cinematografica srl annullando il decreto con il quale, nel dicembre del 2010, il Direttore regionale per i beni culturali delle Marche aveva dichiarato l’interesse culturale del vecchio immobile di fatto vincolandolo. In questi anni, a dire il vero, né il Comune di Porto San Giorgio, né il Ministero per i beni e le attività culturali, né la Sovrintendenza si sono mai costituiti presentando memorie a loro difesa. E di questo i giudici amministrativi hanno preso atto, sostenendo pure che fosse accoglibile la tesi del ricorrente relativamente al fatto che la mancata comunicazione dell’avvio dell’iter alla Cinematografica Excelsior di per sé costituirebbe «violazione dei diritti partecipativi della società ricorrente».

La pronuncia del Tar risale ad un mese fa. Un vizio di forma, dunque, fa cadere il vincolo che fu l’ex sindaco Andrea Agostini a sollecitare cercando al contempo di immettere l’ex cinema nella proprietà pubblica, sottraendolo alla società che fa capo alla famiglia Renzi. Su questa vicenda, come noto, due sentenze hanno sconfessato le pretese dell’ente di via Veneto che ha poi rinunciato a ricorrere al Consiglio di Stato puntando, sotto l’Amministrazione Loira, a trovare piuttosto l’accordo con la famiglia Renzi, finalizzato al recupero strutturare del centralissimo immobile. Nel 2022 l’annuncio di un accordo in extremis, prima delle elezioni, con una contropartita per il privato: il cambio di destinazione d’uso del cosiddetto Timone 4 in via XX Settembre da turistico a residenziale. La convenzione urbanistica prevede a carico della società anche la riqualificazione di piazza della Marina oltre alla realizzazione di una sala polifunzionale di circa 100 posti da concedere al Comune. La domanda sorge spontanea a questo punto. Alla luce di quest’ultima pronuncia del Tar, cosa accadrà tra Comune e privati visto che a marzo scadono i termini per la firma della convenzione? La stessa che renderebbe possibile recuperare l’edificio?

Il sindaco Valerio Vesprini getta acqua sul fuoco. «Non ci sono motivi per allarmarsi -spiega- si tratta di un vizio di forma in qualche modo, credo, superato anche dai successivi pareri che la Sovrintendenza ha più volte dato, confermando il vincolo culturale o storico solo per la facciata. E questa scelta è parte integrante dei documenti e dell’iter che hanno portato all’accordo tra Comune e Cinematografica Excelsior. Ne abbiamo discusso anche i nostri dirigenti». Altra cosa se e quando la società deciderà di firmare. E se, effettivamente, questa pronuncia del Tar andrà a pesare sulle scelte del privato. Domande per le quali né sindaco né Comune hanno risposte. Il Tar, d’altra parte, non entra nel merito della volontà di istituire un vincolo e lo dice espressamente: «va aggiunto che il Tribunale non potrebbe comunque esaminare nel merito le censure di ordine sostanziale e in pratica sostituirsi all’amministrazione nel valutare la sussistenza dei presupposti per la dichiarazione di interesse particolare. Infatti, proprio a causa della violazione del contraddittorio procedimentale, nella specie si è in presenza di un potere che, di fatto, non è stato ancora esercitato dalla Direzione Regionale, non avendo quest’ultima potuto tenere conto del contributo istruttorio del destinatario dell’atto finale».

 


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