Sul futuro del porto sarà il Consiglio di Stato ad avere l’ultima parola. Martedì a Roma il fascicolo finirà sul tavolo dei giudici che dovranno decidere se accogliere o respingere l’appello della società Marina contro la sentenza del Tar Marche, che di fatto avvalorava l’iter amministrativo di decadenza della concessione demaniale avviato dagli uffici di via Veneto. Prima di Natale sono state presentate le memorie di replica dai difensori del Comune e della società. Oltre ad alcuni documenti già depositati nei primi giorni di dicembre. Materiale che verrà esaminato dai giudici del Consiglio di Stato per una sentenza che, per ovvii motivi, è particolarmente attesa tanti dai concessionari quanto dalla giunta Vesprini.
Per i primi che, in caso di respingimento dell’appello, dovranno lasciare il porto turistico una volta divenuto esecutivo il provvedimento di decadenza della concessione. Per il Comune che dovrà garantire il funzionamento dell’approdo nelle more, stando a quanto deciso con una delibera di giunta dove sono stati fissati gli indirizzi sul futuro dell’infrastruttura, di una gara ad evidenza pubblica per la sua gestione. E, secondo quanto riferito dal capogruppo dem, Nicola Loira, in bilancio sarebbero stati inseriti per ora 150 mila euro per fare fronte a questo evenienza, ovvero al passaggio di tutto il porto nelle mani del Comune. Al netto, sempre che il ricorso venga respinto, dei tempi utili per rimuovere le opere realizzate dal concessionario a sue spese. Insomma, uno scenario non certo roseo per una delle più importanti infrastrutture provinciali, al centro di una disputa legale da troppo tempo. Nonostante, peraltro, un piano regolatore portuale approvato e, teoricamente, pronto per essere attuato dopo lunghi anni di attesa. Ma quella del Consiglio di Stato non sarà la sola pronuncia attesa. C’è infatti un altro procedimento civile avviato dalla società Marina contro il Comune e finalizzato ad ottenere un risarcimento danni per oltre 40 milioni di euro a causa della mancata attuazione delle opere interne al porto e conseguente proprio all’assenza di un piano regolatore.
Sandro Renzi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati