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Elezioni comunali a Fermo, i nomi in pole position. I “soliti noti” e la new entry

FERMO - Nonostante manchi più di un anno alle comunali, a Fermo si susseguono i nomi e le indiscrezioni su papabili candidati alla carica di sindaco. I partiti sono ancora alla finestra. E intanto il primo cittadino studia il suo futuro post-comunale

Da sin. Alberto Maria Scarfini, Paolo Calcinaro, Mauro Torresi e Alessandro Ciarrocchi

di Giorgio Fedeli

Quante volte, in odor di elezioni, si è sentito risuonare il motivetto, a tratti stucchevole e poco veritiero «prima il programma poi i candidati»? Il refrain è quasi un passaggio obbligato, una dichiarazione di maniera, per segretari di partito, esponenti e rappresentanti di forze politiche e civici. E nella “caccia” al nome del candidato, a fare da contraltare alle dichiarazioni sibilline dei vari portavoce di turno, ci sono spesso le parole dei diretti interessati che, incalzati sull’argomento, si trincerano sistematicamente dietro a ecumeniche espressioni del tipo «sono a disposizione…», «se il partito me lo chiede…» o ancor più sibillini «vedremo» e «prematuro parlarne». Ebbene Fermo non fa alcuna eccezione ma l’attendismo diffuso non riesce comunque a nascondere o blindare i primi nomi.

Nella città capoluogo di provincia, che nella primavera del 2026 sarà chiamata a rinnovare il consiglio comunale e dunque a scegliere il successore di Paolo Calcinaro, i nomi che si rimpallano da mesi sono sempre quelli. Con qualche new entry, però.

Giovanni Lanciotti

Sul fronte del centrodestra restano in lizza quelli degli assessori Alberto Maria Scarfini, Alessandro Ciarrocchi e Mauro Torresi che non hanno mai nascosto di nutrire una certa attrazione per quella fascia tricolore. Da qualche settimana, però, qualcuno, nelle stanze della politica ha tirato fuori il nome dell’avvocato Giovanni Lanciotti, un professionista che mastica di politica, con alle spalle diverse candidature e un ruolo non secondario alle ultime tornate elettorali, sia cittadine (da Fermo a Porto San Giorgio) che regionali. Ma a differenza degli altri, lui non avrebbe espresso chiare intenzioni di candidarsi.

Da sin. Fabrizio Cesetti e Licio Livini

A sinistra, invece, i rumors ruotano intorno ai nomi dell’attuale presidente del consiglio comunale, Francesco Trasatti, a quello dell’ex direttore dell’Area vasta 4 (oggi Ast) Licio Livini e del consigliere regionale Pd, Fabrizio Cesetti. Sì, quel Cesetti che ha dichiarato apertamente di essere favorevole al no al terzo mandato in Regione (a patto che questa regola valga per tutti i suoi compagni di partito). E se il niet al terzo mandato non dovesse incassare l’unanimità dei dem, da Pesaro ad Ascoli, Fabrizio Cesetti potrebbe anche decidere di provare a scendere in campo proprio a Fermo. D’altronde per un politico che ha ricoperto praticamente ogni ruolo istituzionale, da parlamentare a presidente della Provincia di Fermo (primo e unico eletto dai cittadini), da assessore regionale con la giunta Ceriscioli a consigliere comunale a Montegiorgio, potrebbe essere una bella medaglia di fine carriera la fascia del sindaco del capoluogo.

Francesco Trasatti

Vero, manca più di un anno al voto (un’eternità per la politica) ma a Fermo già sono partite le grandi manovre. E poi c’è ovviamente lui, il sindaco uscente Paolo Calcinaro (che non potrà ricandidarsi come primo cittadino). C’è chi sostiene che stia tirando la volata ad Alberto Scarfini ma conoscendo il suo approccio con la politica, è davvero difficile, se non impossibile attendersi dal sindaco un vero e proprio endorsement. Non si sbottona nemmeno sul suo futuro, figuriamoci su quello di altri. A dirla tutta non ha mai nascosto di non disdegnare un incarico apicale all’Euf (Ente Universitario del Fermano) ma non è affatto da escludere che, svestiti i panni da sindaco potrebbe tentare la via della Regione (con l’eventualità che le due elezioni coincidano nella data). Qualche ammiccamento da parte dei partiti di centrodestra, per la verità, c’è già stato. Ma sembra proprio di trovarsi dinanzi a un “matrimonio che non s’ha da fare” anche perché i partiti hanno già le loro star. E un Calcinaro potrebbe rappresentare una “prima donna” un pò troppo scomoda. E allora? Beh resta l’ipotesi di una candidatura in un listone del presidente (Acquaroli si intende). E chissà che dalla candidatura non possa derivare anche una richiesta di assessorato. Nel frattempo i partiti sono ancora alla finestra. Sì, qualche riunione e timidi ammiccamenti (si diceva) ci sono stati ma per il momento non si può certo dire che i simboli si siano mossi apertamente. Per loro c’è tempo, per chi morde il freno molto meno.

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