«Si è volutamente lasciato decantare in questi giorni lo spettacolo indecoroso e degradante offerto dalla maggioranza amministrativa di Porto Sant’Elpidio durante e dopo il Consiglio Comunale dello scorso 10 gennaio. Infatti, ciò che preme alla minoranza è assolvere il mandato di garanzia e controllo al quale è chiamata, che consiste nella possibilità e nel dovere di esprimersi contro qualsiasi provvedimento venga adottato dalla maggioranza con tutti i mezzi e in tutte le maniere che ritiene opportune, purché rispettosi delle istituzioni, dei ruoli e soprattutto delle persone a cui sono indirizzate. Quanto poc’anzi ricordato sembrerebbe ovvio e scontato ma non lo è per la nuova e brillante classe dirigente che presto ha dimenticato il tempo in cui era all’opposizione, per cui anche questa volta è necessario ed indispensabile ripartire dalle basi». E’ quanto si legge in una nota dei consiglieri di minoranza Annalinda Pasquali, Daniele Stacchietti, Paolo Petrini, Gianvittorio Battilà e Pierpaolo Lattanzi.
«La minoranza, proprio in forza del ruolo di controllo che l’ordinamento democratico in essa ripone, ha ritenuto legittimamente di non partecipare all’ultima adunanza del Consiglio Comunale, sollevando una protesta significativa ed anche eclatante, oltre che fortemente e ampiamente motivata, per opporsi ad una modalità operativa fortemente lesiva della trasparenza e della condivisione che degli atti cosi rilevanti come il Documento Unico di Programmazione 2025/2027 e il Bilancio di Previsione triennale dovrebbero invece esigere. E certo quella nostra iniziativa (che ha evidentemente colto nel segno e ha colpito qualche nervo scoperto) non meritava la sequela di allusioni e reazioni scomposte, imbastite su puri attacchi personali, per altro senza capo né coda, oltre che del tutto inconferenti ed inappropriati, da parte del sindaco e dei suoi fidi scudieri. La minoranza non ha argomenti, millanta competenze e aveva da divertirsi altrove? Che triste pochezza, questa sì, nelle argomentazioni (se tali possono essere definite) che abbiamo letto e ascoltato in queste ultime ore».
«Il 2 gennaio – giorno dopo Capodanno – alla Conferenza dei Capigruppo, quando abbiamo immediatamente e motivatamente criticato l’Ordine del Giorno del Consiglio che si è poi tenuto il 10/01, noi c’eravamo: il sindaco, che si permette di fare affermazioni in libertà e reprimende totalmente fuori luogo circa la serietà e il rispetto istituzionale dei sottoscritti, dov’era, di preciso? Il 7 gennaio – giorno dopo l’Epifania – alla Commissione Programmazione e Bilancio, quando abbiamo nuovamente e ancor più dettagliatamente contestato – esistono verbali e registrazioni, tutto riscontrabile e agli atti – le modalità operative di questa inutile corsa ad una approvazione di tutta fretta di quei centrali documenti (oltre 370 pagine di documenti, tabelle, relazioni e prospetti contabili), noi c’eravamo: il sindaco, anche in quella occasione, dov’era, di preciso? E quelli “che non avevano voglia” di essere in Consiglio e motivare le nostre scelte saremmo stati noi, dopo avere assecondato, per puro spirito di servizio e completamente rispettosi del ruolo da noi ricoperto, tutta quella immotivata ed incomprensibile premura imposta dalla maggioranza su Dup e Bilancio Previsionale e quindi partecipando a ben due incontri istituzionali durante la prima settimana dell’anno, periodo notoriamente quasi sempre festivo. Premura che si spiega, in realtà, con un solo e chiaro motivo: quello di evitare che qualcuno facesse troppe domande? E gli attacchi personali sono invece motivazioni e argomentazioni strutturate? Il sindaco, oltre ad essere espressione della maggioranza che lo sostiene, ricopre un ruolo di garanzia e tutela per tutti i cittadini, forse anche di più per quelli, tra di essi, che non lo hanno sostenuto e votato: addurre motivazioni assai fantasiose e davvero inconsistenti come quelle che abbiamo ascoltato durante il Consiglio e negli interventi precedenti e successivi all’incontro per approvare in fretta e furia un insieme di provvedimenti altamente impattanti sulla vita presente e futura di tutta la cittadinanza, sia quella che si è espressa in favore del sindaco Ciarpella sia quella che non lo ha scelto, è a nostro giudizio, questo sì veramente irriguardoso ed irrispettoso. Le paternali e le reprimende se le dovrebbero quindi fare da soli e non certo ergersi a censori su argomenti tecnici di cui, per altro, possiedono competenze specifiche assai modeste, se non addirittura minime. Se si anticipa tutto per rincorrere le tanto decantate operatività “in dodicesimi” e poi si lavora per tutto l’anno a fare enormi e continue variazioni ed assestamenti di bilancio, quale tipo di guadagno operativo e di chiarezza contabile avremmo ottenuto? Non più tardi di qualche ora prima del Consiglio alcuni esponenti della minoranza – incalzano i consiglieri di minoranza – avevano chiesto esplicitamente e pubblicamente al Sindaco di sospendere la discussione di quei punti all’Ordine del Giorno per aggiornarli ad un momento in cui gli inevitabili approfondimenti sulla ponderosa documentazione potessero effettivamente essere stati completati e compiuti: tanta la necessità di andare rapidamente al voto e alla chiusura di questa sgradita parentesi di confronto nel merito con le opposizioni, che il sindaco Ciarpella ha inteso tirare diritto e montare ad arte una serie di argomentazioni del tutto inadeguate, inconferenti e moderatamente spiacevoli, oltre che, in alcuni passaggi, palesemente non vere. Infine, una piccola e a nostro giudizio inutile precisazione, che non vale neppure le battute di testo con cui essa sta per essere scritta, sebbene, tra le motivazioni a discarico adottate dalla maggioranza, abbia trovato più di un convinto (?) sostenitore: dalla data di comunicazione del deposito del Dup e del Bilancio di previsione a disposizione dei Consiglieri (19/12/2024) alla data del consiglio comunale (10/01/2025) sono effettivamente trascorsi i 22 giorni, ovvero due giorni in più di quelli previsti (20) dai regolamenti e dalle leggi. Peccato che nell’orizzonte temporale in questione ci siano circa 12 giorni tra festivi e semi-festivi e, quindi, i giorni lavorativi disponibili, si riducano a 10. E molto poco vale il confronto con il precedente anno, dato che si trattava come è noto di un bilancio di previsione derivato ed in larga parte “costruito” dalla precedente amministrazione (in carica praticamente per 6 mesi, nel 2023) e che comunque per essere esaminato, oltre che effettivamente approvato prima dello scoccare della fine d’anno (29/12/2023), beneficio di circa 3 giorni lavorativi in più (dal 7 al 29/12). In estrema sintesi: il Dup e il Bilancio previsionale triennale 2025/2027 avrebbero dovuto passare, per quanto possibile, “sotto traccia” e i consiglieri avrebbero dovuto fare finta, come spesso capita, di essere adeguatamente informati per poter esprimere un voto consapevole e motivato. E’ questa la vera “carnevalata”, sindaco Ciarpella, non certo la nostra simbolica e più che motivata protesta».
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