C’è attesa per la sentenza del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dalla società Marina, destinataria nel 2023 di un provvedimento di revoca, da parte degli uffici comunali, della concessione demaniale. Alla società guidata dall’amministratore Renato Marconi viene contestato il mancato pagamento dei canoni per 970 mila euro, dal 2017 al 2022. Quanto basta, per gli uffici di via Veneto, per revocare la concessione del porto dopo una stretta interlocuzione con il Demanio che, alla fine, è l’ente creditore. Già il Tar dorico, al quale la Marina si era rivolta in prima istanza per ottenere l’annullamento del provvedimento, aveva sentenziato la bontà del decreto comunale stabilendo, al contempo, l’incasso della polizza fideiussoria.
Dopo un tira e molla, proprio sulla fideiussione, con richieste di chiarimenti dal Comune ancora al Tar, sembrava si fosse arrivati ad una soluzione con la presentazione da parte della società che gestisce il porto turistico di una polizza stipulata presso la Euroins. Ad ottobre del 2024, però, la stessa società Marina, che sostiene di aver saldato parte del debito e di averne rateizzata un’altra parte, ma che da sempre si oppone al quantum dei canoni così come calcolato dal Comune, ricorre al tribunale di Fermo chiedendo di inibire al Comune di Porto San Giorgio l’escussione della garanzia prestata dalla Euroins Insurance ed a quest’ultima di procedere al pagamento della somma richiesta. Con sentenza del 13 gennaio, il giudice della sezione civile del Tribunale fermano ha rigettato tuttavia le richieste della società Marina e compensato le spese processuali. Presumibile che la Marina presenti ricorso contro l’ordinanza. Il giorno dopo, come è noto, è andata in scena, a Roma, l’ultima udienza di fronte al Consiglio di Stato, dove sono state presentate memorie anche da quelle che in gergo tecnico si definiscono altre parti non rituali, che hanno fatto richiesta di accesso al fascicolo nel mese di novembre. Il Consiglio di Stato dovrà dunque dire l’ultima parola su questa vicenda ormai annosa, segnata da ricorsi e controricorsi, una battaglia legale che è costata soldi anche alle casse comunali.
S.R.
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