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«Eri bello come un angelo» L’ultimo saluto al bimbo morto al Murri

CAMPOFILONE - Il saluto dei parenti: «Non credevamo lo saresti diventato veramente». Il parroco don Osvaldo Riccobelli: «Affidiamo questo bambino a Dio, strappato all'amore dei suoi cari»

di Serena Murri

Oggi si è svolto il funerale del bimbo di due mesi deceduto la scorsa settima al Murri di Fermo. Le parole del parroco di Campofilone, Don Osvaldo Riccobelli: «Affidiamo questo bambino a Dio, strappato all’amore dei suoi cari». Fuori dalla chiesa di San Bartolomeo, l’ultimo saluto con tanti palloncini e la canzone di Ultimo “Ogni rondine al guinzaglio”.

La chiesa era gremita, tante le presenze sia dalla scuola che dal Comune, con in testa il sindaco Giovanni Feliziani. Tutta la comunità ha voluto stringersi attorno alla famiglia e accompagnarla nell’ultimo saluto al neonato. All’inizio della cerimonia religiosa, il parroco Don Osvaldo Riccobelli che ha officiato la funzione, ha tentato di elevare il rito ad una sorta di celebrazione del battesimo del bambino già fissata per il 27 aprile e che non hanno potuto fare.

«Rimaniamo attoniti, con il cuore ferito dalla perdita di questa piccola anima che – ha esordito Don Osvaldo – ha attraversato la malattia che ce lo ha strappato, alla quale non sappiamo dare un nome» la chiosa del parroco.

«Siamo di fronte alla morte di un bambino che –  ha continuato il parroco – chiedeva di vivere. Il paese si stringe intorno alla famiglia, la comunità è avvolta dalla paura e dallo sconforto. Preghiamo per essere portatori di vita. Lasciamo che i bambini vadano a Lui. Noi siamo servitori di vita, da quando teniamo i bambini in grembo, accudiamo con grazia, facendoli crescere con fiducia. Cerchiamo di non farci consolare dal dolore sordo per la perdita di chi ci è stato affidato. La bocca dell’infante ci dice: accogliete i bambini. Questo bambino è stato tanto amato. Per questo crea un dolore insuperabile. I bambini vanno accuditi come piante fragili. Abbiamo tanta paura nel cuore per la vita incerta e rabbia per averci tolto questa piccola vita. Ma il male dobbiamo guarirlo con la medicina del bene, attraverso la comunità. Questo dolore ci insegna a custodire la vita che cresce e vale per la vita intera. Di fronte a questa tragedia, pensiamo alla parola di Gesù che dice “lasciate che i bambini vengano a me”. I figli sono la freccia dell’arco della vita, non glielo impedite. A questo bimbo è stato impedito».

Dopo l’omelia, il ricordo del piccolo da parte dei parenti con una lettura a nome dei cuginetti: «Eri bello come un angelo. Non credevamo lo saresti diventato veramente. Ci hanno detto che adesso, per vederti, dobbiamo guardare il cielo. Lo guarderemo tutti i giorni». Infine, una conoscente ha letto una nota preghiera di Sant’Agostino che si rivolge a coloro che hanno perso una persona cara esortandoli a reagire, «dedicata al dolore di coloro che hanno perso una persona cara prematuramente. Dinanzi ad un bambino innocente si è ancora più increduli. Preghiamo Sant’Agostino che dice “Non piangere più se veramente mi ami”». Alla conclusione della cerimonia religiosa, don Osvaldo ha ricordato che sarà possibile pregare ancora per il bimbo sabato 1 febbraio alle 19.15 durante la messa.

 

 


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