«Oggi, durante un incontro al Ministero per il Made in Italy, Beko Europe ha comunicato la sua volontà di sviluppare un nuovo piano industriale per confermare la sua presenza a lungo termine in Italia, con potenziamento di investimenti per 300 milioni di euro dai 100 previsti in precedenza».
Così il sindaco di Comunanza Domenico Sacconi, di ritorno dal tavolo al Mimit con la Beko e le organizzazioni sindacali. L’incontro al Ministero e la manifestazione che si è tenuta sotto la sede romana, ha visto la partecipazione di una nutrita rappresentanza dei lavoratori del sito piceno, di sindaci del territorio, ma anche del Commissario Sisma Guido Castelli, accanto al presidente della Regione Francesco Acquaroli.
«Un passo importante – ha commentato il sindaco Sacconi, affiancato, tra gli altri dal primo cittadino di Montefalcone Appennino, l’ex direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani – riguarda lo stabilimento di Comunanza, per il quale l’azienda ha dichiarato di essere disposta a non procedere alla chiusura entro il 2025, a condizione di convenire con il Ministero gli strumenti adeguati a modificare il piano industriale, introducendo incentivi per favorire investimenti e la ricerca di sostenibilità del sito produttivo.
Ho ribadito – sono ancora le parole di Domenico Sacconi – l’importanza di un impegno concreto da parte delle istituzioni per tutelare i lavoratori e garantire un futuro stabile per il nostro territorio.
Restiamo in attesa di sviluppi, ma l’auspicio è che si possano trovare soluzioni che tutelino i posti di lavoro nel nostro territorio. Il prossimo aggiornamento è previsto per fine febbraio».
Cauto ottimismo anche nella nota congiunta dei sindacati Fim, Fiom, Uilm, Uglm, rappresentati a Roma dalla Rsu dello stabilimento di Comunanza e dai segretari provinciali: «La disponibilità di Beko a iniziare un confronto su un nuovo piano industriale, senza aprire la paventata procedura di chiusura e di licenziamento, costituisce il presupposto minimo per iniziare una trattativa. Tuttavia le disponibilità aziendali sono ancora estremamente generiche.
Beko ha parlato di un piano di investimenti più cospicuo pari a 300 milioni di euro, ha fatto intravedere la possibilità di non chiudere Comunanza e di prevedere un percorso di tre anni per Siena, dove comunque ribadisce la volontà di cessare la produzione.
Grazie alla lotta dei lavoratori, Governo e Istituzioni locali hanno offerto il loro sostegno a supportare gli investimenti e ad acquistare l’immobile di Siena, garantendone la destinazione industriale.
Rivendichiamo che tutte queste prese di posizione si traducano in proposte concrete già nel prossimo incontro previsto per il 10 febbraio. Finché non sarà garantita la continuità produttiva e occupazionale per tutti i 4.400 lavoratori italiani, continua non solo il confronto ma anche la lotta».
«Grazie al lavoro del Governo Meloni e della Regione Marche, nel corso dell’ultimo mese e mezzo la posizione dell’azienda Beko è significativamente cambiata. La multinazionale, infatti, si è dichiarata disponibile a rinunciare alla chiusura dello stabilimento di Comunanza e a non aprire le procedure di licenziamento. Si sta dunque creando uno spiraglio rispetto a questa negoziazione che però ci deve indurre alla cautela, perché non è assolutamente opportuno abbassare la guardia. È indubbio, tuttavia, che la voce del Governo, di un Governo vicino al cratere, si è fatta sentire». Lo dichiara il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli, che oggi ha partecipato al Mimit al tavolo su Beko.
«La disponibilità di BEKO a un confronto costruttivo, senza la minaccia di chiusura e licenziamenti che preoccupavano gli stabilimenti marchigiani di Comunanza e Fabriano, e gli altri siti italiani, è un fondamentale passo avanti nelle trattative – dichiara in una nota il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze e deputato di Fratelli d’Italia, Lucia Albano, al termine del tavolo di confronto odierno al Mimit – Mentre in altri Paesi BEKO ha chiuso gli insediamenti produttivi, il Governo italiano ha avuto la forza di istituire un tavolo di confronto permanente per garantire un dialogo costante tra le parti e tutelare così i lavoratori.
Un ruolo cruciale in questa vicenda è stato svolto dal Ministro Adolfo Urso, il quale ha richiesto un nuovo piano industriale con investimenti per almeno 300 milioni di euro. Inoltre, partirà a breve l’erogazione del bonus elettrodomestici, varato con la legge di bilancio 2025 per 50 milioni, e ulteriore impulso sarà dato a livello europeo, con la richiesta di riconoscere il settore degli elettrodomestici come comparto a rischio delocalizzazione. Continueremo a lavorare senza sosta per garantire risposte ai lavoratori e ai territori interessati».
m.n.g.
Vertenza Beko, giovedì l’incontro al Mimit: i sindacalisti tra speranza e indignazione
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