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Cinema “made in Marche”, l’elogio di Agostini ai registi Santoni e Giacomelli (Videointervista)

CINEMA - Il presidente di Marche Film Commission, Andrea Agostini: «Siamo oggi a parlare di due registi del territorio. Purtroppo negli anni passati non si è creduto ed investito molto sui nostri professionisti. Questa è l’occasione per far conoscere ai marchigiani che c’è chi qui fa cinema o tv. Da noi si cresce in un ambiente piccolo, di provincia, ma con sani valori. Spesso pensiamo ad altri settori del lavoro che ci caratterizzano, ma anche fare cinema significa produrre. Questi due giovani hanno dato lavoro a tanti e prodotto comunque economia». I registi marchigiani Gianluca Santoni e Damiano Giacomelli recentemente sono saliti sul podio del Ciak d’Oro 2024, raggiungendo rispettivamente il secondo e terzo posto con “Io e il Secco” e “ Castelrotto”
L'intervista ad Andrea Agostini, Gianluca Santoni e Damiano Giacomelli

Da dx. Gianluca Santoni, Andrea Agostini e Damiano Giacomelli

di Matteo Achilli (foto e video Simone Corazza)

Si è parlato di cinema oggi pomeriggio nella puntata di Happy Together su Radio Fm1. Ospiti, insieme ad Andrea Agostini, presidente della Marche Film Commission, i registi marchigiani Gianluca Santoni e Damiano Giacomelli, che recentemente sono saliti sul podio del Ciak d’Oro 2024, raggiungendo rispettivamente il secondo e terzo posto con “Io e il Secco” e “ Castelrotto” (leggi qui).

«Siamo oggi a parlare di due registi del territorio. Purtroppo negli anni passati non si è creduto ed investito molto sui nostri professionisti. Questa è l’occasione per far conoscere ai marchigiani che c’è chi qui fa cinema o tv – ha dichiarato Agostini – da noi si cresce in un ambiente piccolo, di provincia, ma con sani valori. Spesso pensiamo ad altri settori del lavoro che ci caratterizzano, ma anche fare cinema significa produrre. Questi due giovani hanno dato lavoro a tanti e prodotto comunque economia. Con Santoni ho partecipato alla prima a Roma di “Io e il Secco”, il film mi ha “preso” subito. La mia aspettativa sinceramente era bassa e invece sono uscito dalla sala soddisfatto di avere un regista marchigiano di questo calibro e non potevano non sostenerlo attraverso la Marche Film Commission. Castelrotto di Giacomelli lo conoscevo fin dall’inizio, andavo più sul sicuro e lo abbiamo sostenuto fin da subito, portandolo al festival del cinema di Torino».

Entrambi marchigiani, Santoni di Monte Urano e Giacomelli di Tolentino, i due registi hanno in comune le loro radici e quella passione per il cinema nata in provincia, quella stessa provincia che poi hanno saputo raccontare e portare alla ribalta attraverso gli occhi dei propri personaggi.

«Non mi ricordo il momento preciso in cui ho deciso di fare il regista, ma è stata una consapevolezza che è maturata nel tempo – racconta Santoni – la fase che mi piace di più di questo lavoro è la scrittura, essendo anche sceneggiatore e poi il lavoro con i registi sul set. Per quanto riguarda “Io e il Secco”, il lavoro prima di tutto è stato di scrittura. Poi abbiamo fatto una lunga ricerca per trovare il protagonista ideale, che abbiamo individuato in Francesco Lombardi. La sfida è stata quella di calarsi nello sguardo di un bambino di dieci anni. Volevo fare un film che mettesse al centro di tutto l’emozione. Insieme alla collega Michela Straniero, ci siamo fidati dei personaggi. Scrivere per me significa capire i personaggi, che alla fine ti guidano poi nella creazione della storia».

«Sono arrivato tardi alla consapevolezza di poter fare questo lavoro. Studiavo comunicazione ad Urbino, pensando al mondo del giornalismo. Poi ad un corso universitario di cinema durante il montaggio è scoccata in me la scintilla di voler fare questo lavoro – afferma invece Giacomelli – la parte che preferisco è quella musicale, spesso parto dalle note e dai ritmi per immaginare la storia».

Le Marche continuano dunque ad essere sempre più apprezzate, non solo dai registi nazionali, ma anche da chi questo territorio lo ha lasciato ed ora invece torna, consapevole di ciò che le location ed il tessuto sociale dei nostri borghi possono trasmettere.

«Quando sono andato a Roma, ormai una quindicina di anni fa, pensavo che venire da Monte Urano potesse essere un difetto, invece poi mi sono reso conto che essere cresciuto in un territorio come questo potesse essere una ricchezza – confessa Santoni – in questo film, seppur ambientato in Romagna, si sente molto la provincia. Negli occhi del protagonista ci sono i miei di ragazzino che hanno vissuto la provincia».
«Ho iniziato a fare il cinema che intendevo io tornando qui nelle Marche – ammette Giacomelli – Castelrotto è la prima volta in cui il nostro dialetto viene preso sul serio, non usato in maniera macchiettistica, l’ho inserito perché era giusto per quel concetto e per quel personaggio. Come diceva Alberto Sordi la cadenza del linguaggio ha fatto sempre parte del nostro cinema, ovviamente il romano o il napoletano hanno una storia maggiore, mentre il maceratese o il fermano sono al debutto e devo dire che sono stati comunque apprezzati anche a livello nazionale. Per un anno ho fatto sopralluoghi in tanti borghi delle Marche, li studiavo ed ero guidato dal rapporto tra la casa del protagonista e la piazzetta adiacente. Alla fine ho scelto Torchiaro perché c’era una variabile umana importante, ci hanno aiutato molto e fatto sentire parte del paese stesso».

I due registi dopo le fatiche della promozione dei film, che sono ormai visibili anche su diverse piattaforme streaming, stanno guardando al futuro ed iniziando a progettare nuove idee da trasformare in pellicola.

«Sto lavorando su diverse storie – dichiara Santoni – bisogna sempre essere attivi per fare questo lavoro. Sono impegnato su più fronti e spero magari di ambientare qui nel Fermano una delle prossime storie». «Castelrotto è stato un lavoro indipendente, dove ho dovuto curare tutte le fasi, mi ha preso moltissime energie, quindi ora sto cercando di ripartire con calma, riprendendo in mano qualche vecchia idea che avevo lasciato in sospeso e nel frattempo sto girando un documentario».

 

Ciak d’Oro, il regista monturanese Gianluca Santoni sul podio: secondo classificato con il film “Io e il secco”

 


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