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Lettere Indipetae dei gesuiti, gli studenti dell’Annibal Caro riportano alla luce frammenti di storia fermana

FERMO - «È un’attività che va oltre la semplice ricerca – spiegano la professoressa Caterina Quondamatteo e il prof. Francesco M. Castiglioni, referenti del progetto – gli studenti imparano a confrontarsi con le fonti primarie, a comprendere la mentalità di un’epoca e a valorizzare il patrimonio culturale della nostra città». «L’intero progetto è sostenuto dal patrocinio della Biblioteca civica del Comune di Fermo, grazie alla dott.ssa Maria Chiara Leonori, che ha riconosciuto il valore educativo e culturale dell’iniziativa, e dalla dirigente del Liceo “Caro-Preziotti Licini”, prof.ssa Cristina Corradini, che ha voluto dare ai nostri allievi l’opportunità di fare questa esperienza in continuità con la tradizione che è propria dell’istituto»

Gli studenti del Liceo Classico “A.Caro” riportano alla luce frammenti della storia di Fermo: continua il progetto sulle lettere Indipetae dei Gesuiti di Fermo. L’attività scolastica, già sperimentata dagli alunni del Liceo fermano, affascina ancora studenti e docenti: il progetto di trascrizione delle lettere Indipetae inviate dal Collegio dei Gesuiti di Fermo, fondato nel XVI secolo e divenuto poi la sede storica del Liceo Classico. 

Si tratta di un lavoro di ricerca inaugurato dal compianto preside, prof. Piero Ferracuti, e condotto, nel corrente anno scolastico, dalle classi 3AC e 4AC dell’Annibal Caro.

«Questo progetto – rimarcano dal Liceo – non solo offre un’occasione proficua di apprendimento, ma contribuisce anche alla conservazione di un patrimonio storico di grande valore raccolto nell’Arsi (Archivium Romanum Societatis Iesu) e in corso di digitalizzazione nel Digital Indipetae Database del Boston College, dove confluiranno le trascrizioni degli studenti del Liceo “A. Caro”. Le lettere Indipetae sono documenti scritti dai membri della Compagnia di Gesù, con cui giovani gesuiti chiedevano al generale dell’Ordine di essere inviati come missionari nelle terre più lontane e difficili. Questi testi, che rappresentano un’importante testimonianza del fervore missionario, sono carichi della fede, del sacrificio e delle aspirazioni dei religiosi dell’epoca. Nel caso del Collegio dei Gesuiti di Fermo, tali lettere offrono la possibilità di immergersi nella vita dell’Ordine della regione marchigiana e nel contesto culturale, religioso e politico di allora».

Il progetto, promosso dal Liceo “A. Caro” in collaborazione con la Biblioteca “Romolo Spezioli” di Fermo e con  l’Institute for Advanced Jesuit Studies del Boston College, prevede il coinvolgimento diretto degli studenti nella trascrizione e nell’analisi di queste lettere, conservate in antichi manoscritti. Dopo un’introduzione metodologica da parte degli archivisti, come la dott.ssa Emilia Marrozzini, e degli storici, come la prof.ssa Elisa Frei, docente di storia della Chiesa Cattolica presso l’Università degli studi di Francoforte, e ancora della dott.ssa Marina Massimi dell’Università di San Paolo del Brasile, i ragazzi stanno per intraprendere  un lavoro di squadra, decifrando le grafie dell’epoca e interpretandone  linguaggio e  contenuti.

«È un’attività che va oltre la semplice ricerca – spiegano la professoressa Caterina Quondamatteo e il prof. Francesco M. Castiglioni, referenti del progetto – gli studenti imparano a confrontarsi con le fonti primarie, a comprendere la mentalità di un’epoca e a valorizzare il patrimonio culturale della nostra città».
Il progetto culminerà con una conferenza conclusiva aperta al pubblico, durante la quale saranno esposti i documenti trascritti, corredati dalle analisi e dalle riflessioni dei ragazzi, che per l’occasione presenteranno anche una breve pubblicazione da loro realizzata con l’obiettivo di  sensibilizzare la comunità sull’importanza di favorire il dialogo tra passato e presente.

«L’intero progetto è sostenuto dal patrocinio della Biblioteca civica del Comune di Fermo, grazie alla dott.ssa Maria Chiara Leonori, che ha riconosciuto il valore educativo e culturale dell’iniziativa, e dalla dirigente del Liceo “Caro-Preziotti Licini”, prof.ssa Cristina Corradini, che ha voluto dare ai nostri allievi l’opportunità di fare questa esperienza in continuità con la tradizione che è propria dell’istituto. Quest’attività è esempio tangibile di come la scuola possa essere un ponte tra i giovani e la storia, un tramite che trasforma l’apprendimento in un’esperienza significativa, e che offre alla città di Fermo una occasione per recuperare e celebrare il suo passato».


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