«Non prendiamo lezioni dal Pd, con loro gestione fallimentare su tutta la linea»
LA REPLICA di di Andrea Balestrieri e Pisana Liberati, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore provinciale di FdI, ai due esponenti dem Patrizia Canzonetta e Fabiano Alessandrini
Da dx Andrea Balestrieri, Pisana Liberati e Andrea Putzu
«Crediamo che il “soldato Putzu” non abbia bisogno di essere salvato da nessuno, mentre i “soldatini Alessandrini e Canzonetta” andrebbero salvati prima di tutto da un elettorato che ha dato ampie dimostrazioni di non gradirli, viste le sonore batoste subìte da entrambi nel recente passato, a Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio. Non godono di buone fortune neanche all’interno del loro partito, visto che anche lì finiscono regolarmente nella compagine sconfitta alle varie primarie del Pd, come capitato anche a Bonaccini, che sembra rinnovare un tentativo di colonizzazione dell’Emilia Romagna sulle nostre Marche». Parole pungenti quelle di Andrea Balestrieri e Pisana Liberati, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore provinciale di FdI che replicano ai due esponenti dem. Tutto nasce dalle critiche mosse dal Pd alla giunta Acquaroli in occasione della visita del presidente Bonaccini, rispedite al mittente dal consigliere regionale FdI con successiva controreplica di Canzonetta e Alessandrini. E ora a loro rispondono i due compagni di partito di Putzu.
«Ai cittadini interessano le questioni concrete. Alessandrini e Canzonetta provano a mettere in bocca al consigliere Putzu affermazioni che non ha mai fatto. Nessuno nega il problema delle liste d’attesa o che esista una mobilità passiva. Ma queste criticità si trascinano da molti anni e di certo il Pd, visti i magri risultati conseguiti sotto la sua gestione della Regione, non è in grado di dare lezioni. Il miglioramento delle liste d’attesa è uno sforzo costante della giunta Acquaroli, che ha dovuto fronteggiare anche l’impennata di richieste e le centinaia di migliaia di prestazioni arretrate nel periodo Covid da recuperare. La mobilità passiva c’è e pesa sull’economia regionale, ma ci sono segnali di un’inversione di tendenza: la realizzazione di nuove strutture, gli investimenti in tecnologie, i riconoscimenti dell’ospedale regionale di Torrette, la qualità del personale sanitario marchigiano sono fattori che progressivamente stanno riducendo questa negatività. Anche sull’economia, citare percentuali tanto per criticare il governo regionale ha ben poco senso. È vero che l’export marchigiano ha una flessione, ma bisognerebbe tener conto di numerosi fattori, a partire dal crollo delle esportazioni nel settore farmaceutico, che dipende dalla fine della pandemia. Tutto il comparto manifatturiero italiano vive anni di difficoltà e le Marche, una delle regioni più manifatturiere d’Europa, non possono che subirne gli effetti. Per non parlare delle disastrose politiche green tanto care alla sinistra che stanno uccidendo il settore automobilistico e le tante imprese dell’indotto. Dove la politica può intervenire, come nella capacità di spesa dei fondi europei, le Marche sono ai primi posti in Italia ed hanno movimentato risorse fondamentali per migliorare la competitività, come è innegabile la crescita di attrattività turistica della nostra regione».