Riceviamo dal gruppo Amandola di Nuovo e pubblichiamo
«Ad oltre un mese dalla sua inaugurazione ufficiale, l’Ospedale dei Sibillini, struttura sanitaria destinata a servire l’area montana, appare ancora priva di servizi essenziali. Se il taglio del nastro del 14 dicembre 2024 è stato celebrato con grande enfasi, la realtà che i cittadini e gli operatori sanitari si trovano ad affrontare è ben diversa: la piena operatività del nosocomio resta un obiettivo ancora molto lontano.
Il nuovo presidio, infatti, è privo del blocco operatorio, non è dotato di un vero Pronto Soccorso e non è stata ancora attivata l’area già destinata sia al ricovero ordinario per acuti di area medica, che al regime di ricovero in Day Surgery e in Week Surgery. Si aspetta con ansia, invero da quasi cinque anni, il rientro ad Amandola del reparto di medicina generale tuttora dislocato presso l’ospedale Murri di Fermo. Si aspettavano attrezzature diagnostiche di nuova generazione, in parte installate, tra le quali un preannunciato mammografo con tomo sintesi sostituito – nella realtà dei fatti – da un discreto usato. Anche l’attuale dotazione di personale sanitario risulta insufficiente per garantire servizi efficienti, efficaci ed all’altezza delle necessità del territorio. Inoltre, desta perplessità l’ancora mancato trasferimento del servizio cucina e del relativo personale, rimasti tutt’oggi operativi presso la sede ospedaliera dismessa in Largo Plebani. Eppure l’area destinata al nuovo servizio cucina-mensa è stata completata, ma si continua inspiegabilmente al poco consono autotrasporto dei pasti necessari agli ospiti della RSA, già presente a Pian di Contro.
In merito l’Atto Aziendale proposto dalla AST di Fermo, come illustrato il 16 gennaio 2025 alla Conferenza dei Sindaci, sembra penalizzare ulteriormente il comprensorio montano, riducendo il ruolo del nuovo ospedale ad una mera struttura socio-sanitaria priva anche di autonomia gestionale. Con un Punto di Primo Intervento, che non è un Pronto Soccorso, e con soli 15 posti per la Medicina Generale, 10 per la lungodegenza post-acuzie e 8 per il solo Day Surgery, il presidio appare lontano dagli standard richiesti per un vero ospedale in area disagiata, come previsti dal Decreto Ministeriale 70/2015. Tale minimale modello organizzativo lascia perplessi al pari della mancata partecipazione di Amandola alla riunione del 16 gennaio scorso. Ma non solo, argomenti così importanti come formulati dalla AST avrebbero dovuto almeno essere portati a conoscenza, e approfonditi, in Consiglio Comunale, o quantomeno affrontati dai gruppi consiliari in apposita riunione. Così non è e non è stato, senza apparente spiegazione alcuna.
Il Gruppo Amandola di Nuovo sottolinea la necessità di proseguire la battaglia affinché il nuovo ospedale venga dotato di tutte le risorse necessarie: L’ospedale è fondamentale per il territorio. Ma ad oltre un mese dalla sua inaugurazione, nulla è ancora cambiato. I cittadini dell’entroterra non possono più aspettare: servono risposte concrete e servizi realmente attivi”.
La vera sfida politico-amministrativa è trasformare, in breve tempo, il nuovo ospedale in una struttura sanitaria completa ed efficiente. Non bastano le cerimonie e la propaganda: occorre garantire una sanità territoriale all’altezza delle esigenze della comunità montana, assicurando il pieno rispetto degli standard previsti e una reale operatività di reparti e servizi.
Resta ora da vedere se le istituzioni sapranno mantenere le promesse fatte ai cittadini, o se sarà necessario intraprendere ulteriori iniziative per ottenere il diritto a una sanità adeguata anche per l’entroterra montano».
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