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Sanità, Fada: «Disturbi alimentari, nell’atto aziendale Ast pesa l’assenza del livello di cura intensivo/diurno»

L'ASSOCIAZIONE Famiglie Disturbi Alimentari: «Sin dalla nascita, la nostra associazione ha improntato i suoi rapporti con le istituzioni ad uno spirito pragmatico e collaborativo, lo stesso con cui oggi si mette a disposizione del dottor Grinta e dell’Ast Fermo, non solo per scongiurare il pericolo che un servizio così importante possa subire ripercussioni negative di sorta, ma anche perché si individui senza alcun ritardo il modo per garantirne in futuro, con tutti i crismi, l’erogazione. Di certo, tuttavia, Fada non resterà a guardare se le cose andassero diversamente»

(foto dalla pagina Fb di Fada OdV- Disturbi Alimentari)

Riceviamo da Fada associazione Famiglie Disturbi Alimentari

«La presa in carico del paziente con disturbi alimentari nel nuovo atto  Ast Fermo, la Voce delle Famiglie. Fada è un’associazione di volontariato che dal 2016 si occupa di disturbi del comportamento alimentare (come anoressia, bulimia, disturbi da alimentazione incontrollata, etc.) e che opera ormai su tutto il territorio regionale. Essa nasce a Fermo, dove ha non solo la propria sede, ma anche e soprattutto il centro principale delle sue attività in favore di coloro che soffrono di Dca e dei loro familiari. Per questo è con vivissima preoccupazione che, durante la presentazione fattane dal Dr. Grinta a tutti gli enti del Terzo settore della provincia, abbiamo appreso del contenuto del cosiddetto atto aziendale dell’Ast Fermo, il quale in tema di Dca è una bruciante delusione delle aspettative di tante famiglie alle prese con patologie che non è affatto un’esagerazione definire devastanti, sia per i propri cari che ne soffrono, sia per le stesse nel loro insieme».
«Pesa infatti terribilmente che, nel nuovo atto aziendale, non ci sia alcuna traccia del livello di cura intensivo/diurno erogabile dall’ambulatorio Dca di Fermo, il quale – detto per inciso – è non solo punto di riferimento per tutte le Marche, ma una vera e propria eccellenza a livello nazionale. Eppure non c’è alcun dubbio che un tale livello di cura costituisca in molti casi una necessità assoluta per la riuscita del percorso terapeutico, senza che il paziente debba essere inviato in strutture residenziali, anche fuori Regione, quando non addirittura ricoverato in ospedale, con costi che per l’AST (e dunque per tutti i cittadini) crescono in modo esponenziale. Né si tratta come ben si capisce solo di numeri, ma di evitare a pazienti e familiari un terribile carico di sofferenza aggiuntivo. In più occasioni erano in passato giunte dall’Ast e dallo stesso dottor Grinta, seppur informalmente, parole di rassicurazione al riguardo. Parole che però, come s’è visto, in quest’atto aziendale non trovano conferma, con il rischio ora per tante famiglie di precipitare nella più cupa disperazione. Ma Fada ed suoi 186 soci non possono certo credere che la direzione generale dell’Ast non rivedrà sotto questo profilo il suo atto e comunque non troverà, già nell’immediato, una soluzione a questo gravissimo problema. Sin dalla nascita, la nostra associazione ha improntato i suoi rapporti con le istituzioni ad uno spirito pragmatico e collaborativo, lo stesso con cui oggi si mette a disposizione del dottor Grinta e dell’Ast Fermo, non solo per scongiurare il pericolo che un servizio così importante possa subire ripercussioni negative di sorta, ma anche perché si individui senza alcun ritardo il modo per garantirne in futuro, con tutti i crismi, l’erogazione. Di certo, tuttavia, Fada non resterà a guardare se le cose andassero diversamente».

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