La parabola di Montegranaro, specchio della crisi. Ubaldi: «Improponibili i paragoni col passato, ecco il nostro impegno»
LA DISAMINA del sindaco: «Montegranaro è una realtà profondamente mutata negli anni: troppo spesso capita di leggere o sentire commenti troppo superficiali, in cui si fanno paragoni fra la Montegranaro di oggi e quella degli anni '70 ed '80, i periodi di maggiore crescita economica ed urbanistica della nostra comunità. Ebbene, sono confronti assolutamente improponibili e superficiali»
«Montegranaro è una realtà profondamente mutata negli anni: troppo spesso capita di leggere o sentire commenti troppo superficiali, in cui si fanno paragoni fra la Montegranaro di oggi e quella degli anni ’70 ed ’80, i periodi di maggiore crescita economica ed urbanistica della nostra comunità. Ebbene, sono confronti assolutamente improponibili e superficiali».
E’ quanto sostiene il sindaco Endrio Ubaldi che fa una disamina sulla sua città, oggi. Montegranaro è cambiata molto negli ultimi decenni, termometro del boom economico, regno del calzaturiero che ha poi, inevitabilmente risentito della crisi. Insomma lo specchio dell’andamento socio-economico dell’Italia dal Dopoguerra ad oggi. E il primo cittadino, in una lunga disamina sull’excursus vissuto dalla sua città, rispedisce al mittente qualsiasi paragone con il passato e un’età dell’oro che è tramontata da anni.
«Montegranaro all’inizio del 1900 aveva circa 5.000 abitanti ed i 3/4 della popolazione viveva fuori dalle mura cittadine nella campagna, l’economia principale era quella agricola, del resto il nome del Comune e lo stemma lo indicano chiaramente. L’eccezionalità è rappresentata dal boom economico della calzatura dal dopoguerra ai primi anni ’90 con la popolazione che è più che raddoppiata arrivando a 13.100 residenti. La grandissima crescita degli abitanti ha provocato, purtroppo, uno sviluppo urbanistico non armonico ed accelerato, che ha compromesso irrimediabilmente alcune zone, ma al tempo stesso, il cosiddetto modello “casa e bottega” della gran parte delle attività cittadine, per oltre mezzo secolo ha garantito un notevole benessere, permettendo anche a tante mamme lavoratrici, di seguire da vicino la famiglia, unitamente a favorire il ricambio generazionale nelle fabbriche. Da oltre 20 anni – spiega il sindaco – è iniziato il processo di netto ridimensionamento della produzione, che ha investito tutti i Comuni a trazione calzaturiera, l’industria marchigiana, italiana ed europea in generale. Basti pensare a ciò che è accaduto nei centri più industrializzati della Regione a partire da Fabriano, oppure a tutto il comparto automobilistico nazionale ed internazionale. Di questa situazione sempre più precaria ne risentono tutti ed i problemi non si possono affrontare superficialmente, facendo paragoni con la Montegranaro di 30 – 40 o 50 anni fa. È proprio improponibile e fuorviante».
«Intere vie a partire da quelle a ridosso del centro, si ritrovano con grandi volumi immobiliari già sedi di fabbriche, da decenni vuoti ed in condizioni veramente precarie. Senza contare gli immobili disabitati ed i tanti anziani che hanno oggettive difficoltà nel pagare i tributi e nel fare le manutenzioni necessarie. Se fino a 10 anni fa nascevano dai 130 ai 140 bambini/e all’anno, non è certo colpa di chi si trova oggi ad amministrare Montegranaro, se nel 2023 ci sono state 69 nascite e nel 2024 appena 62. L’amministrazione comunale che mi onoro di guidare, sta lavorando per arrivare entro il corrente anno alla prima adozione della variante generale al Piano Regolatore vigente, che terrà conto delle innumerevoli richieste di retrocessioni delle aree edificabili, unitamente ad altre mutate esigenze sopravvenute dall’approvazione del Piano regolatore generale del 2009 ad oggi. Altro impegno serio e concreto che stiamo portando avanti, è quello rivolto alla manutenzione del patrimonio comunale ed al recupero di tanti spazi aggregativi nel nostro territorio, per poter ridare ai cittadini e soprattutto ai più giovani dei luoghi dove praticare attività sportive all’aperto oltre ai parchi giochi. Un grande lavoro lo stiamo facendo per la valorizzazione turistica e culturale del nostro territorio, insieme alla riscoperta dei personaggi illustri. Molto apprezzato è il Museo della Storia e delle Tradizioni così come quello parrocchiale, entro primavera avremo ben 2 nuove guide turistiche molto belle ed esaustive. Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile avere a Montegranaro più di 4-5 attività ricettive, invece, attualmente, ce ne sono ben 24 ed almeno un altro paio, di cui una di eccellenza in Piazza, apriranno nei prossimi mesi. Anche per il Comune la situazione economica è decisamente peggiorata. Minori sono le entrate rispetto al passato, gli oneri per le costruzioni sono si e no la metà rispetto a quelli dei primi anni duemila, la spesa per il sociale ogni anno aumenta significativamente, soprattutto per il mantenimento dei minori nelle comunità e per le ore di educativa scolastica e domiciliare. E’ impensabile poter cambiare delle abitudini, che purtroppo si stanno consolidando soprattutto dopo gli anni del Covid, la gente durante i giorni lavorativi la sera non esce, il commercio on line sta crescendo a dismisura ed i giovani stanno sempre più preferendo gli smartphone ed i social in generale ai momenti aggregativi. Ma quando si descrive Montegranaro considerandola una realtà in abbandono, addirittura “bombardata”, come se fosse colpa di qualcuno, si fa solamente demagogia e danni, ad una comunità sempre laboriosa e generosa, con gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti ed i cittadini che quotidianamente lottano, per sopravvivere alla forte crisi del settore calzaturiero, cercando in continuazione nuovi mercati e collaborazioni con le più importanti griffe internazionali. Ognuno per i rispettivi ruoli è chiamato a fare la propria parte, per cercare di poter vivere nel migliore dei modi nella nostra amata Montegranaro e lavoriamo tutti per far crescere il senso civico ed aiutare i nostri giovani, che si trovano ad affrontare delle sfide molto più complesse rispetto a qualche anno fa».