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A Montefiore dell’Aso cresce il tesoro delle opere di De Carolis: presentata l’ultima donazione (Le Foto)

MONTEFIORE DELL'ASO Presentato l'ulteriore lascito dalla famiglia degli eredi, con Giovanni Piccioli De Carolis, accolto a braccia aperte dal comune e dal sindaco Nazzareno Ciarrocchi: «Esprimo a nome della collettività la più viva gratitudine per il nobile gesto a favore del paese esaltando la memoria di un suo grandissimo avo. Questa donazione fa di Montefiore un centro sempre più importante nel ricordo della figura di De Carolis».

Con la donazione di Giovanni Piccioli De Carolis, si aggiunge un tassello importante all’impresa d’arte di De Carolis a Montefiore dell’Aso. Il curatore, Oronzo Mauro: «Così la mostra su Adolfo De Carolis avrà una visione ancora più ampia sul ‘900 e comprenderà anche l’opera dei suoi discepoli». Ieri pomeriggio, durante una conferenza stampa aperta, al polo museale di San Francesco – Museo Adolfo De Carolis, è stata presentata la donazione da parte dell’architetto Giovanni Piccioli De Carolis.

La già nutrita raccolta di opere testimonia la potenza dell’arte di De Carolis, un centinaio di quadri sistemati nella sala dell’ex teatro e a lui dedicata e che tra poco darà vita al Museo De Carolis, la sala ospita un vero e proprio tesoro artistico. Un percorso negli anni, quello sulle donazioni da parte della famiglia De Carolis, dal 1974 e nel 2004, fino all’ultima donazione, quella presentata ieri, che arricchisce ulteriormente il fondo.

È stato infatti presentato l’ulteriore lascito dalla famiglia degli eredi, accolto a braccia aperte dal comune e dal sindaco Nazzareno Ciarrocchi: «Esprimo a nome della collettività la più viva gratitudine per il nobile gesto a favore del paese esaltando la memoria di un suo grandissimo avo. Questa donazione fa di Montefiore un centro sempre più importante nel ricordo della figura di De Carolis (Montefiore dell’Aso 6 gennaio 1874, Roma 7 febbraio 1928)».

Donella De Carolis, nipote dell’artista, ha letto la lettera di Giovanni Piccioli De Carolis contenente la proposta di donazione a favore del Comune di Montefiore: «L’intento – si spiega nella missiva – è quello di rafforzare a Montefiore lo studio e i documenti dell’intero materiale che fecero capo alla figura di Adolfo e di tutti i suoi collaboratori che contribuirono a rendere eccelsa l’impresa d’arte De Carolis, affinché la sua arte, appunto, venga trasmessa nel futuro e sia d’aiuto alla comunità di Montefiore dell’Aso e agli studiosi della sua opera».

Come ha spiegato l’ingegnere Oronzo Mauro «la figura di De Carolis riemerge da una sorta di oblio negli anni ’50, insieme a quella di D’Annunzio. Avviene grazie all’opera Il Notturno, dove De Carolis illustrò D’Annunzio colpito in un momento bellico. Capolavoro che Francesco Egidi ha voluto valorizzare». Sempre in quegli anni, tra gli eredi s’iniziò a parlare di fare di Montefiore dell’Aso il punto d’interesse su De Carolis e Egidi ne acquistò le opere. Nel 1961 l’inaugurazione del museo, mentre nel 1974 la famiglia ha contribuito a nuovi allestimenti donando ulteriore materiale, un crescendo di elementi verso la completezza della sua opera.

Come illustrato dal curatore, Oronzo Mauro, fanno parte di questa recente donazione, fortemente voluta da Giovanni Piccioli De Carolis, «opere trovate nel sottotetto della casa a Bologna, che rappresentano l’inizio della raccolta di tutta l’impresa di Adolfo De Carolis e di tanti collaboratori, che dopo la sua morte, completano le opere. Nello studio De Carolis ha lavorato dagli anni ’20 in poi. Fra le opere, 9 ottagoni in gesso, raffiguranti lo zodiaco, (di dimensioni di un metro per un metro) realizzati per il palazzo Podestà di Bologna ma mai utilizzati, opere che denotano come De Carolis non avesse mai abbandonato il suo stile decorativo di fine ‘800. Vi sono inoltre tanti studi di rilievi architettonici e decorativi per ville e palazzi, oltre a cartonati per un totale di almeno 100 metri lineari, matrici xilografiche di tutta la sua scuola d’arte, oltre ad una vasta biblioteca di testi antichi sull’arte».

Giamaica Brilli ha vissuto in prima persona parte delle donazioni, da assessore alla cultura, ed ha così potuto fare un breve excursus, attraverso il percorso di donazioni, sul lavoro dell’artista da parte della famiglia, a partire dal 2004 con la donazione dello studiolo del maestro utilizzato negli ultimi anni di vita. Nel 2006 la moglie di De Carolis, Maria Vittoria Bartolini, donò un importante fondo di 250 opere e nel 2007 altre 60 opere, nel 2011 furono donate opere in legno originali per contribuire alla ricostruzione del percorso di De Carolis, esposte poi all’interno del polo museale, con una soggettiva sull’artista sempre più vasta. Il tutto con l’obiettivo di conservare le opere e tramandarle.

Serena Murri


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