«Il giorno del ricordo, le Foibe. Lo sfregio alla Foiba di Basovizza è un episodio isolato che non fa tornare indietro le lancette della storia». Così in una nota Rossano Romagnoli, presidente di FdI Fermo.
«La data storica è quella del 9 febbraio 2024, quando il presidente Mattarella ha denunciato il muro di silenzio e di oblio, il misto di imbarazzo e di opportunismo politico e di tragica superficialità riguardo le Foibe e riguardo la cacciata degli italiani dall’Istria. Questo silenzio degli italiani sugli italiani è da sempre illogico, ingiustificato, ingiustificabile, è stato un sopruso, una lunga mano della “ferocia titina contro la Comunità Italiana”. E’ come se in Italia qualcuno dovesse proseguire nella mattanza della “dittatura comunista imposta dall’Unione Sovietica”. Va ricordato che il 18 febbraio 1947, a Bologna, il latte destinato agli esuli venne gettato sui binari. Questa storia per tanti anni non è stata scritta nei libri di scuola, una pletora di cosiddetti storici non ci ha mai guardato con contegno misero, indegno ed indecoroso. Eppure la popolazione giuliano-dalmata di 300.000 individui, scampata agli infoibamenti, era rimasta senza casa e senza terra e cercava soltanto aiuto nella Madre Patria. In Istria e Dalmazia si veniva gettati nelle fessure della roccia anche legati a due a due e vivi, soltanto per il fatto di essere italiani».
«Ma ora la verità è emersa, lo sfregio alla Foiba di Basovizza dei giorni scorsi e la denuncia pubblica su tutti i giornali, ci ricorda che la storia non torna indietro e quando c’è verità, la pace prende il posto dell’odio. Forse è questo l’insegnamento, finchè c’è la menzogna la storia rimane ferma. Per la verità e per la pace ci vuole coraggio, quello dimostrato dal presidente Mattarella, da alcuni intellettuali, e dalla destra italiana che non ha mai dimenticato le Foibe».
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