«La nostra idea di Fermo è chiara» Interlenghi replica a Calcinaro e tira fuori le indennità di sindaco e assessori: «Gnenoccia»

FERMO - Controreplica del capogruppo di Fermo Capoluogo al primo cittadino:

Renzo Interlenghi

«Il sindaco ha risposto (alle critiche sulla sua gestione amministrativa, ndr) sostenendo che non avremmo un’idea della città che vogliamo ma sbaglia di grosso. Le nostre idee le abbiamo scolpite nel programma amministrativo con cui ci siamo presentati alle ultime elezioni nel quale, soprattutto, si pensava all’aiuto immediato alle categorie più deboli, declinando tre parole chiave: casa, lavoro e dignità per tutti». E’ la controreplica di Renzo Interlenghi, consigliere capogruppo di “Fermo Capoluogo” al primo cittadino in un botta e risposta tra l’esponente di opposizione e lo stesso Calcinaro.

«Come città capoluogo, avremmo lavorato per far crescere tutta la provincia attraverso una forte sinergia con gli altri 39 Comuni della stessa, organizzando un ufficio territoriale per la gestione dei fondi Pnrr. Ci saremmo battuti fino alla morte per tutelare la sanità pubblica, cercando di migliorare l’accesso ai servizi di base ed evitando la penuria di medici pediatri, sfruttando appieno il ruolo di presidente della Conferenza dei Comuni. Avremmo pensato a una crescita demografica attraverso autentiche politiche a favore della famiglie non solo mediante promesse elettorali che tali sono rimaste. In 10 anni, caro sindaco, potevate incidere molto di più su queste problematiche, invece avvertiamo che la popolazione di Fermo è calata al di sotto dei 36 mila abitanti, decine di aziende e piccole imprese chiudono, i giovani se ne vanno via, il centro storico è abbandonato a sé stesso, tranne che nei momenti di festa e baccanale. Avete puntato sul turismo ma il turismo non è mai stato un settore trainante per il nostro territorio (il Covid insegna quanto sia volubile). Non avremmo permesso una centrale a biogas a San Marco né in altre zone del nostro territorio, né avremmo dato adito alla svendita di pezzi pregiati della città (vedasi la Casina delle Rose e il dibattito in essere sull’area del Circolo tennis). Non avremmo perso l’occasione di acquistare l’area Santa Lucia salvaguardando un patrimonio pubblico essenziale per la città. Non avremmo sperperato denaro per realizzare opere faraoniche (vedi il sovrappasso di via Salvo d’Acquisto). Avremmo combattuto realmente la criminalità, attraverso gli strumenti a nostra disposizione, per rendere la vita difficile ai delinquenti che albergano nel nostro Comune dando voce e vicinanza a i tanti cittadini che soffrono questo fenomeno. Avremmo ridotto i nostri emolumenti, considerato che una legge iniqua come la Legge Draghi ha aumentato a dismisura le indennità di Sindaco (9.660 euro mensili lordi), vicesindaco (7.245 euro mensili lordi), assessori  (5.796 euro mensili lordi), presidente del Consiglio (5.796, euro mensili lordi) che, a conti fatti, costano quasi un milione di euro l’anno alla casse del Comune, risparmiando almeno il 30% quante risorse si libererebbero per il Comune? “Gnenoccia” verrebbe da dire (citando l’espressione usata proprio da Calcinaro nell’intervista a Report sulle spese dell’Atim, ndr). Soprattutto avremmo voluto che gli amministratori avessero avuto la possibilità di continuare a svolgere il proprio lavoro così che, a fine mandato, non avessero avuto la necessità di farsi rieleggere necessariamente, perché gli amministratori non si trasformino in politici di professione (qualcuno di questa giunta, in realtà, lo fa e a costoro va il mio plauso)».

 

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