di Maikol Di Stefano
Non solo festival e game, il FantaSanremo sul territorio marchigiano è anche scontro politico. «Con 2,7 milioni di partecipanti, il successo del FantaSanremo è straordinario. In pochi anni, un semplice gioco nato quasi per caso tra amici si è trasformato in un fenomeno nazionale, diventando uno dei momenti più attesi del Festival». Le parole sono quelle di Matteo Ricci, l’esponente principe del Partito Democratico regionale, candidato alla presidenza della Regione.
L’ex sindaco di Pesaro, prossimo avversario di Francesco Acquaroli al ruolo di Governatore della regione Marche, ha così osannato il fantasy game elpidiense, pubblicando la pagina di un quotidiano locale con una foto del gruppo presente in questi giorni nella città ligure, e in fondo il suo nome e il simbolo del Pd. «Ma sapevate che tutto è iniziato nelle Marche, in provincia di Fermo? Ce lo hanno raccontato con orgoglio durante la prima cena di Un Marchigiano alla Porta, ad Amandola, ricordandoci ancora una volta quanto genio e inventiva ci siano nella nostra terra, e quanta determinazione e coraggio nella nostra gente. Complimenti agli amici del Bar Corva da Papalina, di Porto Sant’Elpidio che hanno trasformato un’idea nata per divertimento in un gioco che unisce milioni di persone in tutta Italia». Ha poi concluso lo stesso Ricci. Ma quei simboli di partito non sono passati certo inosservati. Ed è stata subito bagarre politica.
Il post, infatti, è stato criticato aspramente dal vicesindaco di Porto Sant’Elpidio dove il FantaSanremo vive 11 mesi e 3 settimane all’anno. «Esprimo disappunto riguardo al recente post pubblicato dall’eurodeputato Matteo Ricci. È evidente che la locandina del gruppo di ragazzi del FantaSanremo sia stata strumentalizzata per fini politici, utilizzando simboli di partito in modo inappropriato. Il FantaSanremo è un’iniziativa culturale e ludica che ha sempre avuto l’obiettivo di coinvolgere e divertire i giovani e la nostra comunità, senza alcuna connotazione politica. Strumentalizzare tale evento per scopi di propaganda tradisce lo spirito dell’iniziativa e rischia di sminuirne l’importanza e l’impatto positivo. Chiedo quindi all’eurodeputato Ricci di rimuovere i simboli in questione e di rispettare il lavoro e l’entusiasmo dei giovani che hanno organizzato il Fantasanremo. La politica deve essere uno strumento al servizio del bene comune e non deve sfruttare in modo scorretto eventi culturali che appartengono a tutta la comunità». Una “kermesse politica” nella settimana più musicale dell’anno, il tutto con al centro una realtà come quella del FantaSanremo del tutto ignara di essere al centro del dibattito politico».
Ed è stato lo stesso Matteo Ricci a controreplicare al post del vicesindaco elpidiense: «Mi dispiace. Volevo solo valorizzare una iniziativa marchigiana che ha spopolato. Bravi ancora. Comunque ho già detto al mio staff di togliere qualsiasi simbolo. Ci mancherebbe, non era questa intenzione. Viva Sanremo e viva FantaSanremo».
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