(foto di repertorio)
di Alessandro Luzi
«Insegnare in queste condizioni è impossibile» è il grido d’allarme accorato di un docente dell’Ipsia “O. Ricci” di Fermo. Roberto De Mattia, professore da oltre dieci anni e attualmente insegnante di Laboratorio di fisica all’Ipsia, era stato sospeso per tre giorni a seguito di uno scontro avuto con alcuni studenti di una classe dell’Istituto. L’episodio risale al 12 gennaio dello scorso anno. Il professore era stato chiamato a sostituire una collega durante un’ora di supplenza. Il docente racconta di essere entrato in classe, aver fatto l’appello e aver provato a fare lezione ma degli studenti avrebbero fatto di tutto per impedirglielo. «Durante l’appello sono stato interrotto più volte. I ragazzi avevano tirato fuori i cellulari e io li ho rimproverati fino al punto di mettere note disciplinari a due di loro». A quel punto la situazione è degenerata e, a detta del professore, in classe è scoppiato il caos: insulti, lancio di oggetti addosso all’insegnante, cori da stadio per offenderlo. «I ragazzi hanno detto che si sono sentiti provocati dal mio atteggiamento. Quale provocazione? – si chiede De Mattia -. Io sono semplicemente entrato in classe per fare lezione e loro si sono ribellati. Era appena finita la ricreazione e subito alcuni di loro mi avevano chiesto di andare in bagno. Io, da regolamento scolastico, non ho dato il permesso. Dopo l’appello hanno iniziato a fare i cori da stadio contro di me e a lanciarmi oggetti. Uno di loro ha provato anche a tirarmi un banco. A quel punto ho avuto veramente paura, rischiavo l’incolumità». Poi quello che il prof non si aspettava: «Sono stato sospeso per tre giorni. È assurdo. Essere da soli davanti a una classe che si comporta in quel modo è terribile, può succedere di tutto». I ragazzi hanno motivato il loro atteggiamento dicendo che volevano svolgere i compiti di grammatica assegnati da un’altra insegnante. Il professore però, secondo gli allievi, ha voluto fare lezione e avrebbe ignorato le richieste della classe di spiegare con un tono di voce più alto.
A seguito della vicenda, il docente aveva presentato anche una denuncia alla Procura del tribunale dei minorenni di Ancona. A detta dell’insegnante, questo episodio è l’apice di una escalation che era in corso. «Già altre volte si erano comportati in un modo simile – prosegue De Mattia -. Non è possibile che loro si comportano così e vengo punito anche io. Un professore cosa dovrebbe fare?» Tra l’altro in Italia sono sempre più frequenti storie di insegnanti che subiscono aggressioni e minacce da parte degli studenti. Un report comparso su Repubblica il 18 novembre 2024 dice che un professore o un preside vengono picchiati ogni due giorni. Un dato sicuramente preoccupante che mette in luce le criticità dei rapporti sempre più tesi tra studenti e professori. Certo, risolverli da un giorno all’altro non è semplice. Lo scenario deriva da un contesto culturale in rapido cambiamento. Ma gli insegnanti non possono essere lasciati in balìa di loro stessi. Da quanto emerge dai dati pubblicati da Repubblica, di storie come questa raccontata dal professor De Mattia che rimangono sommerse ce ne sono tante.
Nell’episodio accaduto all’Ipsia di Fermo la scuola ha preso provvedimenti nei confronti dei ragazzi: chi è stato sospeso per un giorno, chi per due, chi per tre. La sospensione più lunga inflitta ad uno degli studenti è di sette giorni. «I ragazzi sono stati puniti ma hanno sospeso anche me – racconta indignato il docente -. Praticamente mi hanno messo sullo stesso piano loro e questo per un professore non è possibile. Secondo me hanno applicato misure sproporzionate rispetto a quello che hanno fatto loro e quello che ho fatto io. Dentro le scuole italiane si sta verificando una situazione conflittuale e per gli insegnanti è sempre più pericolosa. Dei casi poi emergono sulla stampa, ma quanti sono i casi sommersi? Io ne parlo ma tanti altri colleghi non lo fanno».
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