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Le emozioni e la commozione di Cristina Corradini: «In Brasile per lavorare alla promozione culturale dell’Italia»

FERMO – Commossa ed emozionata la dirigente Corradini nell’ultima uscita italiana prima del nuovissimo incarico in Brasile, sotto l’egida del Ministero degli Esteri, dove dirigerà la Scuola Italia a San Paolo. Non dimentica la sua esperienza fermana: «Scuole condotte in maniera autonoma con una struttura amministrativa unitaria. Fondamentale la sinergia con studenti ed uffici». In Brasile si apre un altro capitolo tutto da scrivere. «Le comunità italiane all’estero sono legate alla produttività ma questa va supportata dalla scuola. Questo il nostro compito»

Cristina Corradini

di Roberto Cruciani

Era visibilmente emozionata la dirigente scolastica Cristina Corradini, si era notato fin dalle prime battute dell’incontro con il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Donatella D’Amico e col prefetto Edoardo D’Alascio. Certo la possibilità di presentare quel progetto di “Polo delle Arti” con Artistico, Classico e Scienze umane tutte insieme per una scuola da 1500 studenti e 170 docenti era di per sé emozionante. Ma si notava che qualcosa di più stava per essere annunciato e la notizia non ha tardato ad arrivare quando la commozione ha preso il sopravvento anche per il grande affetto che insegnanti  e amministrativi le hanno mostrato.
Dal primo marzo la professoressa Corradini inizierà a lavorare per il Ministero degli Affari Esteri, più nello specifico all’Ambasciata italiana in Brasile, dopo aver vinto un concorso nazionale, dove dirigerà la scuola italiana di San Paolo. Un salto nell’emisfero australe che rappresenta una sfida importantissima per una dirigente che si è fatta carico, a settembre, di un’impresa non certo semplice e l’ha portata quasi a compimento con la nascita, appunto, del Polo delle Arti.

Lascia una scuola che ha aiutato sostanzialmente a scrivere e a determinare nel futuro, con il suo lavoro costante ma anche con la fermezza di chi non si è ritratta dinanzi alle difficoltà. Un percorso di crescita impossibile senza il sostegno di tutti, come lei stessa conferma.

«La presenza (alla conferenza stampa di ieri, ndr) dei docenti e di tutto il personale è la testimonianza che siamo riusciti a far partire quattro scuole in maniera armoniosa perché tutti hanno creduto in un obiettivo ben preciso. In che modo? Facendo fin dall’inizio collegi docenti singoli e impiantando la nuova struttura amministrativa. Era chiaro fin dall’inizio che le singole scuole sarebbero state condotte in modo autonomo per quello che riguarda il piano di studi, le iniziative e le attività ma unitariamente dal punto di vista amministrativo. Abbiamo quindi scuole non oppresse o in conflittualità l’una con l’altra perché appunto autonome ma che condividono la gestione degli studenti che sono, a questo punto, tutti uguali all’interno della medesima scuola. Vedere la crescita delle singole realtà scolastiche in una condivisione di obiettivi comuni è stato bellissimo».

Ora il Brasile, dal mese di marzo ma in pratica da oggi, una nuova sfida meritata dopo aver vinto un concorso di livello altissimo per il quale ha studiato e si è preparata anche durante la sua reggenza da dirigente scolastica. Ma gli obiettivi e le aspettative al di là dell’oceano son ben chiari: «Mi aspetto quelli che sono già gli obiettivi della politica internazionale. Un anello fondamentale della promozione culturale in un paese estero, questa è la missione principale di essere all’interno del personale del Ministero degli Esteri. Contribuire alla promozione del “sistema Paese” che culturalmente passa attraverso la gestione delle scuole italiane all’estero e, tramite le scuole, appunto, di tutta la sinergia delle comunità italiane che crescono e sono sempre più elemento fondante della crescita del paese. Le comunità di italiani all’estero sono legate alla produttività, una grande crescita economica che va accompagnata da un supporto scolastico».

 

 

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