Nicolai (Pd): «Sanità, mancata visione della politica che governa le Marche» OdG a Fermo sul diritto alla salute

FERMO - «Come gruppo di coalizione “FermoFutura” (Pd e Fermo Capoluogo) insieme al Movimento 5 Stelle ed il gruppo di Trasatti “Fermo la Città che vogliamo”, ed anche dopo un confronto con il sindacato della Cgil, abbiamo provveduto a protocollare un documento già licenziato da diversi consigli comunali d’Italia per stimolare le istituzioni e rendere effettivo il diritto alla salute mediante il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale e la valorizzazione del personale»

Paolo Nicolai

«Come gruppo di coalizione “FermoFutura” (Pd e Fermo Capoluogo) insieme al Movimento 5 Stelle ed il gruppo di Trasatti “Fermo la Città che vogliamo”, ed anche dopo un confronto con il sindacato della Cgil, abbiamo provveduto a protocollare un documento già licenziato da diversi consigli comunali d’Italia per stimolare le istituzioni e rendere effettivo il diritto alla salute mediante il rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale e la valorizzazione del personale». E’ quanto fa sapere il consigliere comunale di #FermoFutura, gruppo Pd, Paolo Nicolai. 

«Niente di più attuale anche alla luce del recente piano aziendale della nostra azienda sanitaria territoriale che in questi giorni è stato bocciato pubblicamente dai Sindacati territoriali; manca proprio quel passo avanti di cui la nostra provincia ha bisogno anche in virtù del fatto che si dovranno vedere realizzati ed operativi- rimarca il consigliere – ben due nuovi ospedali: il nosocomio di Campiglione e l’ospedale di Amandola appena inaugurato. Nel piano di fabbisogno del personale mancano ancora risorse infermieristiche e non si hanno certezze sul servizio di emodinamica, non c’è una visione chiara di integrazione con alcune specialità dell’Inrca, inoltre non si fa alcun cenno al potenziamento dell’assistenza domiciliare, della dermatologia, pneumologia e l’importante unità complessa di Emodinamica sempre più importante. Ecco allora che se c’è una mancata visione da parte della politica territoriale che governa la Regione Marche in tema di sanità certamente si sconta anche una mancanza di risorse che il Governo centrale non ha stanziato opportunamente nell’ultima legge di bilancio». 

di seguito il testo dell’ordine del giorno presentato in consiglio comunale di Fermo

Premesso che: 

in un contesto in cui il Servizio Sanitario Nazionale vive una “crisi sistemica”, autorevolmente documentata dalla Corte dei Conti, a causa di un sotto-finanziamento cronico, le politiche di prevenzione sono sempre più residuali, molte persone non riescono ad accedere in tempi adeguati all’assistenza e alle cure di cui necessitano e milioni di individui sono costretti a rinviare le cure o a ricorrere a prestazioni a pagamento, gli squilibri nella tutela della salute devono essere considerati una priorità per il Paese su cui intervenire.

Le Regioni hanno più volte denunciato che in mancanza di un adeguato finanziamento, viene “irrimediabilmente compromesso il sistema sanitario universalistico italiano”, e 14 scienziati italiani, tra cui il Premio Nobel Giorgio Parisi, hanno lanciato un appello accorato per la difesa e rilancio della sanità pubblica, evidenziando la necessità di adeguare il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale agli standard dei Paesi europei avanzati. 

Il raffronto della spesa sanitaria pubblica italiana con quella degli altri Paesi europei evidenzia divari sempre più difficili da colmare se non si interviene rapidamente con un netto cambio di passo. 

Nel 2023 la spesa pubblica pro-capite nel nostro Paese è la metà di quella di Germania e Francia. In rapporto al PIL la spesa sanitaria pubblica italiana è precipitata al 6,2% del PIL, mentre Germania e Francia si attestano al 10,1% e il Regno Unito all’8,9%. 

La Legge di Bilancio 2025 prevede per il Fabbisogno Sanitario Nazionale ulteriori tagli dell’investimento sul PIL: dopo essere già sceso al 6,12% nel 2024, il valore più basso degli ultimi decenni, diminuisce ulteriormente al 6,04% nel 2025, 6,03% nel 2026, 5,90% nel 2027 fino a precipitare al 5,60% nel 2030. 

Dunque, dal suo insediamento nel 2022 (quando il FSN era al 6,6%), il Governo Meloni taglia un punto di PIL delle risorse del Paese destinate alla sanità pubblica, che corrisponde a oltre 20 miliardi di euro in meno all’anno. 

In termini assoluti incrementa il FSN di 1.302 milioni per il 2025 (poi di 5.015 milioni per il 2026 e 5.734 milioni per il 2027) ma si tratta di un valore che copre a malapena l’inflazione ed è assolutamente inadeguato a rispondere ai bisogni urgenti della sanità pubblica e che allontana ulteriormente l’Italia dagli investimenti per la sanità pubblica dei Paesi europei più avanzati. 

Drammatica la carenza di personale sanitario. Personale, poco valorizzato e sottoposto a turni e carichi di lavoro insostenibili e condizioni economiche e professionali inaccettabili, mentre sono assolutamente inadeguate le risorse stanziate per i rinnovi contrattuali e permangono ancora i tetti alla spesa per il personale. 

Sempre nel 2023, i cittadini hanno speso di tasca propria 46 miliardi di euro per curarsi (6,5 miliardi in più rispetto a 5 anni fa) e 4,5 milioni di persone hanno rinunciato a cure e prestazioni sanitarie ritenute necessarie per problemi economici o legati alle difficoltà di accesso ai servizi. Quando si arriva a dover scegliere se curarsi pagando, rimandare le cure o peggio ancora rinunciare a curarsi, si materializza la peggiore delle diseguaglianze e attacco alla dignità delle persone. Non solo si velocizza la privatizzazione della sanità ma si alimenta il passaggio dalla salute come diritto alla cura a bene di consumo, per chi può permetterselo. 

L’autonomia differenziata è destinata a dare il colpo mortale alla sanità pubblica e saranno inesorabilmente messi in discussione i principi fondamentali del SSN – universalismo, uguaglianza ed equità – ancor prima di raggiungerli pienamente su tutto il territorio nazionale, alle prese con forti divari (in 8 regioni non sono garantiti i livelli essenziali di assistenza). 

Tutto ciò premesso e considerato che: 

è necessario rendere effettivo il diritto alla tutela della salute su tutto il territorio nazionale; adeguare l’offerta di assistenza ai bisogni della popolazione, mediante interventi volti ad arrestare il declino del Servizio Sanitario Nazionale; 

promuovere il progressivo rafforzamento del SSN, riconoscendo il valore del lavoro di chi tutela e genera salute, assiste e cura, nel rispetto dei principi di cui agli art. 2, 3, 5 e 32 della Costituzione e dei principi di universalità, equità e uguaglianza di cui alla Legge n. 33/1978. 

Per queste ragioni è necessario che: 

l’ammontare del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato venga progressivamente incrementato fino a un livello non inferiore al 7,5% del PIL dell’anno di riferimento a decorrere dal 2026, per allineare l’Italia ai Paesi europei più

avanzati e garantire il potenziamento dei necessari servizi di prevenzione, ospedalieri e territoriali pubblici; 

l’incremento del finanziamento deve essere interamente destinato al potenziamento dei percorsi di prevenzione, assistenza e cura direttamente erogati dalle strutture del SSN, fermando i processi di esternalizzazione e privatizzazione della salute e della sanità; 

sia garantito il riconoscimento del valore di chi tutela e genera salute, assiste e cura attraverso un forte investimento sul personale sanitario con un piano straordinario pluriennale di assunzioni, la valorizzazione economica e professionale del personale del SSN a partire dal rinnovo dei CCNL con incrementi economici che garantiscano la piena tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni e il superamento dei tetti alla spesa sul personale; 

sia realizzata la piena e omogenea attuazione della riforma dell’assistenza territoriale (Case e Ospedali di Comunità, Distretti, ecc.) definita con il DM 77/2022, con il personale necessario; 

venga assicurato il rispetto dei tempi di attesa investendo nel SSN con le necessarie risorse economiche, potenziando personale, servizi e organizzazione, e garantendo la presa in carico dei bisogni di salute delle persone; 

vengano garantite adeguate risorse e misure a sostegno dei bisogni delle persone non autosufficienti, dando piena attuazione alla Legge n. 33/2023, a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione; 

siano garantiti risorse e interventi in altri ambiti prioritari come la salute mentale di adulti e minori e i consultori familiari. 

Il Consiglio Comunale di Fermo approva l’Ordine del giorno e impegna il Sindaco e la Giunta a trasmetterlo: 

al Presidente della Giunta regionale affinché provveda a trasmetterlo a sua volta alla Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Salute, al Ministro dell’Economia e Finanze e ai Gruppi parlamentari e si faccia promotore della richiesta di convocazione urgente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per affrontare i contenuti dell’OdG e assumerne le richieste contenute negli Odg nei confronti del Governo; 

al Presidente del Consiglio Regionale affinché si faccia promotore di specifica discussione nel Consiglio Regionale.


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