Immagine dal sito fisacgruppointesasanpaolo.it
di Nunzia Eleuteri
Il piano di chiusure e accorpamenti per il 2025 presentato da Intesa San Paolo e pubblicato sul sito della Fisac non è un piano indolore per le due province di Ascoli Piceno e Fermo che dovranno “digerire” dei cambiamenti non di poco conto.
Se il piano diventerà operativo, infatti, Ascoli Piceno, dal 18 ottobre prossimo non avrà più la sede della banca nello storico palazzo Bazzani di Corso Mazzini al numero civico 190 mentre Porto D’Ascoli dovrà rinunciare alla filiale di via Turati n.46 e Montegranaro, centro calzaturiero tra i più importanti d’Italia, dal prossimo 21 giugno non avrà più la filiale di via Fermana Nord n.116.
Che siamo in un’epoca di cambiamenti importanti nel settore bancario lo sapevamo già ma viverli sul nostro territorio non ci lascia, di certo, indifferenti. Né sentimentalmente né per la razionalizzazione dei servizi alla comunità.
Ingresso di Palazzo Bazzani, storica sede della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno
E così il magnifico palazzo Bazzani di Corso Mazzini ad Ascoli, che dai primi del 1900 è stato sede della Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, dopo cento anni, si appresta a non avere più al suo interno una banca (gli uffici e i servizi saranno accorpati alla filiale di via Napoli). La “città delle cento torri” perderà un gran bel pezzo di storia e la Fondazione Carisap, proprietaria dell’immobile, perderà un bel contratto di affitto. Ma se a questo secondo aspetto ci può essere rimedio trovando altri locatari (cosa, comunque, non facilissima ai giorni nostri), per il primo, più sentimentale, non ci sarà via di scampo. Senza tralasciare il fatto che i tanti correntisti del centro storico resteranno senza il loro affezionato punto di riferimento creditizio. È vero che ormai i servizi bancari sono online ma è altrettanto vero che il contatto umano (soprattutto quando ci sono delle problematiche da affrontare) resta insostituibile, non solo per gli anziani ma anche per i nativi digitali.
La filiale di Intesa San Paolo in via Fermana Nord a Montegranaro – foto da Google Maps
Un contatto umano che sarà un po’ meno immediato o meno comodo anche per i veregrensi che da giugno, secondo il piano operativo di interventi di razionalizzazione territoriale, vedranno l’accorpamento della filiale di Montegranaro a quella di Monte San Giusto che, anche se limitrofo, è un paese di un’altra provincia. E qui una riflessione va fatta di certo perché via Fermana Nord nei primi anni del 2000 sembrava un po’ la “Wall Street” del mondo calzaturiero con diverse filiali bancarie molto operative, almeno dieci persone (se non di più) agli sportelli che riuscivano a stento a rispondere a tutti i servizi richiesti dai clienti: impieghi, raccolta, fidi, estero, conti correnti, garanzie…Una città ricca di benessere, lavoro, flussi finanziari e banche che si facevano concorrenza a suon di tassi, commissioni, concessioni del credito. Poi la crisi ha iniziato a spegnere gli entusiasmi, le banche iniziarono un percorso ben diverso e via Fermana Nord si è adeguata, man mano, al cambiamento. Banca Popolare di Ancona diventò Ubi Banca e accorpò, successivamente, Banca delle Marche con tutte le sue note difficoltà. Questo comportò uno scossone alle tante imprese locali che dovettero affrontare il problema di rinunciare ad alcuni affidamenti sui due istituti di credito diventati un’unica realtà. Poi Intesa San Paolo ha rilevato Ubi Banca determinando un nuovo cambiamento sia per i clienti che per le ubicazioni delle filiali di Montegranaro che erano in via Fermana Nord. Ed ora arriva la notizia dell’accorpamento della filiale di Intesa San Paolo a Monte San Giusto. Insomma, quella “Wall street” degli anni d’oro a Montegranaro, dove le tre banche citate avevano gli sportelli, diventerà semplicemente una storia da raccontare ai posteri.
La filiale di Intesa San Paolo a Porto D’Ascoli via Turati – foto da Google Maps
Tornando nel Piceno, un’altra razionalizzazione immobiliare è prevista dal piano di Intesa San Paolo: l’accorpamento della filiale di Porto D’Ascoli di via Turati n.46 a quella di Piazza Matteotti a San Benedetto del Tronto. Insomma, anche la costa e i tanti turisti della Riviera delle Palme avranno un punto di riferimento creditizio in meno e relativi minori servizi.
In tutto ciò, viene da chiedersi se ci siano colpe o responsabilità o se siamo di fronte ad una inevitabile evoluzione. D’altronde, il futuro è vicino se si pensa che per le nuove generazioni si parla di uno sportello bancario ogni 200.000 abitanti. Il nostro territorio avrà una banca per provincia. Sempre se le nostre province riusciranno ad attirare i giovani e a combattere il calo demografico. E questa è una grande scommessa per la classe dirigente politica locale.
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