Successo di partecipazione domenica mattina al seminario Viaggio nel Biodistretto Picenum Biologico locale, organizzato dal Biodistretto Picenum, presso la sala Crivelli del Fermo Forum, durante Tipicità. Protagonista dell’incontro, la promozione dell’intera filiera, dal seme al prodotto finito con un focus sul miscuglio di Aleppo.
Come detto dalla coordinatrice del progetto, all’inizio del seminario Cristina Murri: «Il Biodistretto Picenum è un’associazione di 70 aziende agricole, 12 Comuni e diverse aziende di ristorazione, agriturismi e aziende di trasformazione. Il progetto del Biodistretto è nato già da un po’ ma qui a Tipicità abbiamo presentato il progetto finanziato dal Masaf della durata di due anni Viaggio nel Biodistretto Picenum biologico locale. Quello che vuole fare il Biodistretto in questi due anni è promuovere i prodotti biologici e il territorio».
Durante il seminario, si è parlato della valorizzazione dei prodotti locali e in particolare del miscuglio di Aleppo, un miscuglio di grani proveniente dalla Siria, coltivato da diverse aziende del Biodistretto al fine di creare un’intera filiera.
Il genetista Salvatore Ceccarelli è così intervenuto: «Tutto muove attorno all’importanza della biodiversità, che rappresenta l’arma più economica ed efficace per combattere il cambiamento climatico. La biodiversità è diminuita nel corso del tempo, da 250 mila specie conosciute, si è passati a 7 mila specie usate come cibo dall’uomo. Per riportare biodiversità in agricoltura, bisogna promuovere la diversità tra ecosistemi, aumentare il numero di specie coltivate, usare miscugli caratterizzati dalla varietà delle piante. Il miscuglio di Aleppo l’ho fatto con 1600 tipi di orzo. Dietro tutto questo ci sono 200 anni di ricerche che hanno dimostrato i vantaggi per la salute derivanti dall’uso di questo miscuglio».
Pasta, pane e prodotti da forno ottenuti dalla farina prodotta con il miscuglio di Aleppo sono caratterizzati dall’alta digeribilità. Ad illustrare i vantaggi del miscuglio di Aleppo, la genetista Stefania Grando: «Questi miscugli contengono migliaia di piante che sono tutte diverse l’una dall’altra e che arricchiscono la produzione. I miscugli si adattano, si evolvono e ci permettono di stare al riparo dagli effetti dovuti al cambiamento climatico. Tra i vantaggi per il consumatore c’è quello di un prodotto ad alta digeribilità, utile al benessere dell’organismo, consigliato per chi ha intolleranze, in particolare al glutine. Inoltre, con il miscuglio di Aleppo, per l’agricoltore c’è una riduzione dei costi di coltivazione e il vantaggio della riproduzione del seme all’interno della propria azienda».
Per l’occasione non è voluto mancare all’appuntamento l’assessore regionale all’agricoltura, Andrea Maria Antonini: «Quello che state facendo è molto importante. Quando si parla di biologico in agricoltura, non si può prescindere da due termini: salute e qualità. Il biologico ha riscontri positivi sulla salute dei nostri terreni, anche per problematiche di dissesto idrogeologico e di prevenzione dei pericoli. In base ai dati, siamo la terza regione in Italia per suolo agricolo regionale coltivato a biologico. Sono dati importanti. La Regione ha un’attenzione molto particolare verso le misure agroambientali e verso tutte quelle azioni che vedono la pratica del biologico come una delle più sostenute. Meglio trattiamo il territorio e meglio trattiamo noi stessi e la nostra salute».
In chiusura, c’è stato l’intervento del presidente del Biodistretto, Enzo Malavolta, e di alcuni amministratori aderenti al progetto, Gaetano Massucci da Monte Vidon Combatte, il sindaco di Montedinove, Antonio Del Duca, il vicesindaco di Cupra Marittima Lucio Spina, il consigliere di Campofilone Matteo Malavolta, la sindaca di Altidona, Giuliana Porrà, il sindaco di Massignano, Massimo Romani, e Simone Perozzi dal comune di Offida.
Migliaia le presenze presso lo stand del Biodistretto Picenum, tutte le degustazioni della tre giorni sono state a cura dei vini delle aziende del Biodistretto e guidate dai sommelier di Ais Fermo e dal Presidente Stefano Isidori.
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