Stefania Donzelli neo direttrice artistica della Rete Lirica «Territorio e formazione: diamo valore alle Marche» (Videointervista)

ARTE - Stefania Donzelli, orgogliosamente fermana doc, è da poco stata nominata direttrice artistica della Fondazione Rete Lirica delle Marche con la quale già collaborava seguendo per la Fondazione stessa, le attività di formazione e contemporaneamente insegna Canto al Conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro. Cordiale ed estremamente disponibile ci accoglie proprio nel suo regno, aprendo lo scrigno delle sue emozioni in questo momento speciale ma allo stesso tempo anche uno sterminato album di ricordi con alcuni passaggi speciali della sua carriera
L'intervista a Stefania Donzelli, nuova direttrice artistica della Fondazione Rete Lirica delle Marche

Stefania Donzelli ((Foto di Marilena Imbrescia)

di Roberto Cruciani

La sua casa è un museo a cielo aperto, in ogni parete si scorgono foto e ritratti di una carriera incredibile e che ora si è impreziosita di un tassello molto importante. Stefania Donzelli, orgogliosamente fermana doc, è da poco stata nominata direttrice artistica della Fondazione Rete Lirica delle Marche con la quale già collaborava seguendo per la Fondazione stessa, le attività di formazione e contemporaneamente insegna Canto al Conservatorio “Gioachino Rossini” di Pesaro. Cordiale ed estremamente disponibile ci accoglie proprio nel suo regno, aprendo lo scrigno delle sue emozioni in questo momento speciale ma allo stesso tempo anche uno sterminato album di ricordi con alcuni passaggi speciali della sua carriera.

Direttrice, quale è stata la sua prima reazione una volta appresa questa importante nomina?
«Grande felicità perché è la dimostrazione che il territorio marchigiano e in particolare Fermo producono persone che possono aspirare a ruoli apicali nelle istituzioni musicali. E’ un ruolo di responsabilità ma sono contenta e onorata di questo riconoscimento. Sono anche direttore artistico del teatro di Porto San Giorgio e nella rete lirica già mi occupo di Formazione: aumentano le responsabilità ora ma troveremo il modo per affrontare tutto nella maniera migliore possibile». 

Quali sono i punti principali su cui intende lavorare e gli obiettivi che si prefigge?
«Ho molto a cuore le Marche e vorrei che le forze artistiche vengano il più possibile dal nostro territorio. Abbiamo due conservatori, io insegno in quello di Pesaro: sono due buone realtà e c’è materiale da cui attingere pur essendo presenti ottime risorse anche fuori dai conservatori, penso sia ai cantanti che ai coristi. Come coristi abbiamo il Coro del Teatro della Fortuna di Fano e quello del Ventidio Basso, entrambi all’interno della Rete lirica. Le orchestre sono la Filarmonica Marchigiana e la Rossini: sono orchestre e cori che tengono unito il tessuto sociale, la gente viene dal territorio e questo è fondamentale. Poi chiaramente se non è possibile ricorrere a risorse interne è giusto guardarsi fuori e allargare gli orizzonti ma per quanto possibile vogliamo ricorrere alle nostre forze».

Stefania Donzelli ((Foto di Marilena Imbrescia)

Come vede lo stato di salute della Lirica in Italia e nello specifico nelle Marche?
«Noi italiani siamo bravi a darci la zappa sui piedi, non consideriamo le nostre bellezze e le nostre risorse, nelle Marche soprattutto, che sono la terra dei cento teatri. Quando vado all’estero sento calore ed entusiasmo con gli immigrati che sentono un pezzo della loro patria e si commuovono. Ma non solo: ricordiamo che l’italiano si parla nel mondo proprio grazie all’Opera che abbiamo inventato noi. Lo stato di salute all’estero è migliore, la lirica è decisamente più considerata, in Italia dovremmo valorizzarci di più. Nel 2026 c’è questa decisione per i 14 Teatri delle Marche con l’Unesco: in questa zona ci sono Fermo e Porto San Giorgio, sono contentissima di questo. Altri ad esempio, nella nostra zona, non vi sono rientrati solo per delle specifiche tecniche, dei dettagli non originali che mancavano pur permanendo la loro bellezza e la loro qualità. Un patrimonio architettonico incredibile: i teatri all’italiana esistono solo in Italia e nelle Marche ce n’è una concentrazione incredibile e meravigliosa. Ho cantato in Germania e Spagna dove ci sono delle imitazioni ma l’acustica presente da noi è qualcosa di incredibile».

Nella sua grandissima carriera artistica quali sono i momenti che le evocano le maggiori emozioni?
«Mi ricordo dopo tanti anni, il debutto con Le Nozze di Figaro grazie al grande maestro Peter Maag dopo appena 3-4 mesi di studio. Mi ricordo una struttura che si chiamava la Bottega, a Treviso: il nome ricorda proprio che noi siamo artigiani della musica. In quelle Nozze di Figaro avevo meno di 22 anni e non avevo vinto il concorso, ero arrivata solo in finale e avevo avuto il ruolo di Susanna. Questo proprio perché Maag si impose nel volermi per una recita. Parliamo di un personaggio unico che era stato direttore anche al Metropolitan: è stato qualcosa di splendido.
L’anno successivo mi invitò poi a fare un concerto lirico-sinfonico a Berna, cantando la Semiramide di Rossini e la Exsultate, Jubilate scritta invece da Mozart per un cantante di Camerino di nome Venanzio Rauzzini: ecco le Marche ritornano sempre. Dopo la serata ricordo che andammo a cena e molti esperti di musica presenti mi hanno fatto i complimenti, è stata quella una grande emozione poi oltretutto nella splendida atmosfera di Berna. Le prove con Maag sono indimenticabili, tra l’altro ero l’unico soprano della serata».

(Foto di Marilena Imbrescia)

Stefania Donzelli ((Foto di Marilena Imbrescia)

Stefania Donzelli ((Foto di Marilena Imbrescia)


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