Segni e scritture nell’arte del ‘900, se ne è parlato oggi a Monte Vidon Corrado

ARTE - L’iniziativa fa parte del ciclo di incontri che ha accompagnato l’acquisizione da parte del Comune di Monte Vidon Corrado, grazie alla vincita del bando Pac

Si è tenuto questa mattina al Teatro Comunale di Monte Vidon Corrado il terzo ed ultimo incontro del progetto Pac – Piano per l’Arte Contemporanea 2024. Daniela Simoni, storica dell’arte e direttrice del Centro Studi e della Casa Museo Osvaldo Licini, ha tenuto una conferenza su “Segni e scritture nell’arte del ‘900”.

L’iniziativa fa parte del ciclo di incontri che ha accompagnato l’acquisizione da parte del Comune di Monte Vidon Corrado, grazie alla vincita del bando Pac con un progetto della stessa Daniela Simoni, del dittico di Emilio Isgrò, realizzato site specific in occasione della mostra “Emilio Isgrò. Lettere” tenutasi nel polo liciniano di Monte Vidon Corrado nel 2018. L’opera, allestita in una sala dedicata negli spazi espositivi della cantina della Casa Museo, entra così a far parte della collezione permanente della Casa Museo Licini.

Ad introdurre l’incontro, a cui erano presenti anche i ragazzi del Liceo Artistico Statale “Osvaldo Licini” di Ascoli Piceno, è stato lo storico dell’arte Marino Capretti del Centro Studi Osvaldo Licini.

«Diffondere la conoscenza dell’arte contemporanea tra i giovani è l’obiettivo di questo progetto – racconta Daniela Simoni – questo è il terzo incontro che verte sulla figura di Emilio Isgrò, dove parleremo di segno e scrittura nell’arte del ‘900. Un secolo ricchissimo di riflessioni sul rapporto tra parola ed immagine».

La lectio sul complesso rapporto tra arti visive e scrittura nell’arte del secolo scorso parte dalle radici come i capolettera miniati, la poesia figurata, i Carmina figurata.

Un percorso che arriva poi al ‘900 con i calligrammi di Apollinaire, le Parolibere Futuriste, la fase dell’Astrazione di Klee e dunque Osvaldo Licini tra i massimi esponenti europei dell’astrazione. Segni e numeri sono spesso presenti nelle opere dell’artista montevidonese. Un percorso che si avvicina al tempo moderno, con l’uso della parola secondo Magritte, che interroga sul rapporto tra linguaggio ed immagine e l’equivoco del linguaggio. Quindi la pop art di Mario Schifano e le parole al neon di Merz.

 


 


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