Renato Marconi
di Sandro Renzi
Sarà perché il porto è tra le infrastrutture più importanti e “martoriate” della provincia, almeno da 40 anni a questa parte. Sarà perché da un biennio è al centro di una disputa legale, con tanto di colpi di scena, tra la società che lo gestisce, e che ora è fuori, ed il Comune. Sarà perché adesso si aprirà un nuovo, l’ennesimo potremmo dire, scenario per l’approdo, fatto sta che il suo futuro non può non tenere banco tra i diportisti e la politica. L’ultimo fatto che dà la misura dello scontro in essere tra l’ente di via Veneto e la Marina si è consumato venerdì, quando il personale della società ha impedito l’accesso agli uffici ubicati a due passi dall’ingresso del porto ai tecnici comunali (con loro anche sindaco e vicesindaco) che avrebbero dovuto proseguire nell’attività di incameramento, ovvero ricognizione di tutti i beni e delle strutture da inventariare prima che la Marina restituisca le chiavi. Diverbio calmato solo dall’arrivo dei Carabinieri. Ore, dunque, concitate che vedono l’Amministratore Renato Marconi in prima linea
Ing. Marconi chi dovrebbe effettuare le operazioni di incameramento?
Non certo il personale comunale. I bracci operativi sono Capitaneria di porto e Provveditorato alle opere pubbliche che devono intervenire per conto del Demanio. E’ solo a loro che rispondiamo.
Avete calcolato l’indennizzo che potrebbe spettarvi?
Tra i 2 ed i 3 milioni di euro. Si tratta di una stima di massima poiché stiamo ancora facendo i nostri calcoli. Certo è che il valore di sostituzione ammonta ad oltre 6 milioni di euro. Investimenti fatti negli anni per opere, ad esempio, come il ristorante o per l’acquisto di attrezzatture.
La società è in liquidazione?
Abbiamo nominato un liquidatore. Atto dovuto essendo venuto meno l’oggetto sociale, ovvero la concessione demaniale che è stata revocata. Si tratta, sia ben chiaro, di uno “scioglimento naturale”, ma non ci sono problemi di soldi. Sono proprio curioso di sapere cosa farà adesso il Comune.
Ma quanto costa all’anno gestire un approdo come quello di Porto San Giorgio?
Un Porto turistico come quello di Marina di Porto San Giorgio ha costi operativi per circa 1,2 milioni di euro.
Quali sono le spese più significative? La manutenzione, il personale, i canoni demaniali?
I costi sono significativi. Le spese indicate sono quelle maggiori. Sicuramente per quanto riguarda gli oneri a Porto San Giorgio, come in altri porti turistici, un canone bilanciato agli investimenti rappresenta il giusto equilibrio economico dell’iniziativa portuale. Diversamente la gestione è insostenibile.
Chi si dovrà accollare ora queste spese?
Stando alle dichiarazioni di Sindaco e Vicesindaco il Comune o la società dallo stesso designata. Tutto ciò contro il parere espresso dall’Agenzia del Demanio già di qualche mese fa.
Cosa rischiano i dipendenti del Marina?
Sono ottimi lavoratori e ora che il Marina dovrà licenziarli spero che vengano assorbiti da chi gestirà il porto ma gli stipendi non saranno gli stessi. Sicuramente il futuro è incerto per tante famiglie e non solo per i nostri dipendenti.
La pronuncia del Consiglio di Stato mette un punto fermo sulla vicenda porto. La stagione sta per iniziare. Quale futuro si prospetta per l’approdo sangiorgese?
Il rischio maggiore è l’interruzione di una gestione competitiva. Noi portavamo il Marina di Porto San Giorgio in tutti i saloni nautici internazionali al fine di recuperare soprattutto i mercati stranieri. Ora? Chi promuoverà il Marina? Con quali mezzi e con quali intenti?
La gestione di una struttura simile richiede competenze tecniche e giuridiche. Ritiene sufficiente una gestione in house per traghettare il porto verso una nuova gara?
Solo pensarlo è una eresia. Affiderebbe una pasticceria ad un impiegato comunale? Peraltro un Comune non può gestire un porto, ipotesi esclusa anche dal Codice della navigazione.
A proposito, quanto tempo ci vuole per imbastire una gara simile?
Serve tempo, sicuramente qualche anno tra gara e ipotetici ricorsi amministrativi. Noi ci saremo.
Il Comune sostiene di aver tutelato l’interesse generale revocando la concessione demaniale. La Marina ritiene di aver subito dei torti a partire dalla composizione dei canoni. Alla fine, la polizza fideiussoria sui canoni non versati è stata mai presentata? E’ stata incassata?
Vi sono dei giudizi in corso che diranno chi aveva ragione. In ogni caso il Marina ha sempre affermato che voleva pagare ma il giusto. Vi sono stati negli anni degli errori nella determinazione delle aree e di conseguenza dei canoni. Ancora oggi ci hanno costretto a pagare il canone anche per le aree del porto peschereccio che in realtà non dovremmo versare.
Con l’Amministrazione Loira si era intavolato un confronto che aveva portato all’approvazione del piano urbanistico. Poi tutto si è bloccato con l’arrivo della nuova Amministrazione. Quali le cause di questo irrigidimento al netto dei canoni non versati per intero?
Andrebbe chiesto ad altri e non al Marina. Noi siamo stati sempre disponibili e le istanze di riequilibrio economico temporale sono state a suo tempo presentate proprio al fine di far cessare ogni contenzioso tra Comune e Marina. Abbiamo seguito il dettato delle leggi vigenti che prevedono il riequilibrio delle concessioni in caso di inottemperanza da parte dell’ente pubblico ma qui l’intento sembra quello di impossessarsi dei nostri beni.
Entro maggio la società dovrà liberare il porto. Collaborerete con gli uffici comunali?
Tuteleremo i diritti del Marina. La collaborazione non può rappresentare un nocumento per i diritti della società. Sicuramente finché non saranno riconosciute le nostre richieste sarà difficile disporre per il Comune di beni non propri: siamo tornati agli espropri proletari?
I diportisti sono in fibrillazione. Anche l’ipotesi di una consulta lanciata dall’Amministrazione comunale li ha lasciati perplessi. Legittime le preoccupazioni?
Sicuramente comprensibili, noi dobbiamo sgomberare e loro purtroppo ne subiranno gli inconvenienti nel dover spostare le proprie unità in altri porti e per lungo tempo.
C’è chi vi imputa di non aver fatto molto per rilanciare l’infrastruttura. A pesare l’insabbiamento e la crisi del settore nautica, sicuramente, ma non solo. Cosa risponde?
L’azione di rilancio è stata avviata, sono procedimenti lunghi ma che avrebbero visto nel medio tempo un sicuro risultato tangibile. Oggi tutto è perduto, e questo non per nostra colpa. Il dragaggio era di principale competenza del Comune.
A dicembre si discuterà la causa civile intentata per danni conseguenti alla mancata attuazione del piano urbanistico arrivato solo nel 2022. Cosa si aspetta?
Il giusto riconoscimento per tanti anni di attesa nei quali non si è potuto portare a completamento l’investimento autorizzato con la concessione del 1982. Ci attendiamo di avere riconosciuta una somma fra i 30 ed i 40 milioni di euro o la restituzione del Marina per almeno 30 anni.
Come giudica quanto avvenuto in questi anni? Rifarebbe gli stessi passi o cercherebbe di far prevalere la strada del dialogo?
Ribalterei la domanda ad altri. Abbiamo più volte provato a dialogare con l’Amministrazione. Purtroppo, senza successo. Evidentemente i fini degli attuali amministratori di Porto San Giorgio sono altri. E pensare che con il sindaco Loira eravamo arrivati ad un sostanziale accordo finale che salvaguardava i diritti di entrambe le parti, poi il diluvio.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati