Comune-Marina, secondo round. Anche questa mattina una delegazione guidata dalla segretaria comunale, con tanto di vigili urbani al seguito, ha tentato di ottenere documenti afferenti l’attività di gestione del porto dando seguito alle operazioni di incameramento disposte dai giudici amministrativi conseguentemente alla revoca della concessione demaniale disposta dal Tar ed avallata dal Consiglio di Stato. Una volta all’interno degli uffici, i rappresentanti dell’ente di via Veneto, che avrebbero dovuto prendere parte alla riunione concordata con il liquidatore della società e gli stessi amministratori, guidati da Renato Marconi, si sono però trovati nuovamente di fronte ad un muro.
Toni accesi avrebbero fatto da corollario a questo breve incontro che si è concluso con un nulla di fatto, dal momento che la nomina del neo liquidatore è in attesa di registrazione presso la Camera di Commercio, e gli ormai ex concessionari hanno di fatto negato i documenti richiesti rimarcando che «il Comune, non rappresentando alcuno in relazione alle pratiche di incameramento prescritte per legge, non può avere accesso ai documenti della società».
Marconi ha ricordato ai presenti anche l’esito di una riunione negli uffici della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto. In quella circostanza sono state ribadite le modalità di incameramento dei beni demaniali. «Tale procedura deve essere avviata dall’Autorità Marittima con la costituzione di una commissione formata dalla Capitaneria stessa, dall’Agenzia del Demanio, dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Ancona, dal Comune e dal concessionario uscente – scrive in una nota la società Marina – e la commissione ha il compito di ritornare allo Stato i beni inamovibili realizzati dal concessionario distinguendoli da quelli amovibili di proprietà dello stesso. I beni di proprietà del concessionario possono essere utilizzati dal nuovo concessionario o gestore solo se affittati o venduti dal concessionario preesistente. Diversamente il concessionario deve asportarli a propria cura e spese». Resterebbe in capo all’Amministrazione comunale la facoltà, per evitare la sospensione del servizio pubblico, di far proseguire la gestione al precedente gestore fino alla risoluzione del problema. Certo è che tale procedura rischia di essere piuttosto lunga e complessa, al punto di poter durare, secondo la Marina, anche alcuni anni.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati