Riceviamo e pubblichiamo la nota di Giuseppe Donati, responsabile territoriale Cisl Fp Marche.
«Perdura la situazione del personale della Ast Fermo che si aggrava di giorno in giorno e diventerà drammatica, se non si interverrà in modo incisivo e pragmatico, nel prossimo periodo estivo quando si dovranno garantire le ferie estive. Intanto nessuna rassicurazione arriva da parte della Direzione sui rinnovi dei contratti a tempo determinato in scadenza nei prossimi mesi proprio a ridosso delle ferie estive e soprattutto le pochissime nuove assunzioni a tempo indeterminato decise recentemente tanto sbandierate, non andranno ad aumentare numericamente infermieri, Oss o altre figure perché in gran parte riguardano dipendenti già in servizio a tempo determinato. Benissimo per loro ma non risolveranno le carenze assistenziali della sanità fermana. Dal report consegnato dall’Ufficio del Personale alla Cisl Fp sulle ore eccedenti lavorate dagli operatori e delle ferie maturate e non godute dal personale, la fotografia che appare è di un’Azienda che non vuole fare i conti con la vera e più grave emergenza della Sanità fermana cioè la carenza drammatica del personale. Ugualmente si deve dire dei vertici regionali che mai hanno voluto considerare il gap economico e di professioni proprio solo della sanità della provincia di Fermo. Eppure i numeri parlano chiarissimamente. Evidentemente dalle parti di Ancona o non li si vuole vedere oppure ci sono altre strategie in ballo che sono “a perdere” per il Fermano.
Sono complessivamente 22.000 circa le ore in eccedenza lavorate nell’anno 2024 dai dipendenti della Ast Fermo rispetto a quelle dovute contrattualmente. Di queste 12.000 circa sono a carico degli Infermieri e 3.000 degli Oss.
Ammontano addirittura alla cifra stratosferica di circa 140.000 le ore accumulate dal personale negli anni precedenti delle quali 69.000 a carico degli infermieri, 17.000 dagli Oss, 2.600 dalle ostetriche, 7.300 dai tecnici di Laboratorio, 5.100 dai Tecnici di radiologia, circa 3.000 dai Tecnici della Prevenzione. Pure l’area amministrativa non scherza. Gli assistenti amministrativi hanno accumulato negli anni corca 6.400 ore eccedenti come pure i Collaboratori che di ore ne hanno lavorate in più circa 6.300. Queste ore, va detto a chiare note, la Ast ha nessuna intenzione – si legge nella nota di Donati – né di pagarle né di farle recuperare. Tanto è vero che Cisl Fp sta intraprendendo la strada delle vertenze pilota presso il Tribunale di Fermo. In questo modo, come per altre questioni, se il Giudice condannerà la Direzione, saranno i cittadini attraverso le loro tasse, a pagare per gli errori organizzativi e gestionali di tante Direzioni che si sono succedute a via Zeppilli.
Per quanto riguarda invece le giornate di ferie non godute, il conto relativo all’anno 2024 è di circa 21.000 giorni. Le ferie sono un diritto del lavoratore per il suo recupero psico-fisico, che la AST sta negando nei tempi e nei modi dovuti sia contrattualmente sia normativamente. Per questo motivo, nelle prossime ore partirà da parte della CISL FP, l’esposto all’Ispettorato del Lavoro di Ascoli Piceno al quale verrò chiesto di verificare la congruità dei turni di servizio, il rispetto dei riposi contrattuali e soprattutto perché in taluni reparti come ad esempio il Pronto Soccorso per gli OSS, vi siano turni mensili in cui è strutturalmente prevista l’eccedenza oraria contrattuale.
Sono cifre quelle uscite dal report, impressionanti perché testimoniano la carenza di personale in ogni settore della Ast Fermo e mettono in luce una verità che si sembra volersi tenere nascosta dalle parti della Direzione Generale cioè che la sanità fermana si regge ancora, non sappiamo per quanto, esclusivamente sugli sforzi e sull’infinita disponibilità dei suoi professionisti. Dimostrano anche come siano fuori luogo i continui interventi spot del direttore di Ast su stampa e social per promuovere i Servizi nascondendo ai cittadini che essi non vengono supportati dalle dovute assunzioni di personale del comparto. I numeri di nuovi assunti, che talvolta vengono scritti sulla stampa, sono gocce nel mare rispetto alle carenze effettive. Ci sono realtà al limite della tollerabilità che rischiano di mettere a rischio la qualità delle cure e la sostenibilità dei livelli di assistenza. Tralasciando l’ospedale Murri, che spesso è stato oggetto di nostri interventi ove ancora nel 2025 molti reparti sono privati del supporto ormai indispensabile di Operatori Sociosanitari in tutti i tre turni di servizi, costringendo gli infermieri, pochi e oberati di lavoro, ad occuparsi anche di mansioni non direttamente proprie o dei trasporti di cose e persone all’interno del Presidio sottraendo tempo assistenziale ai malati, quello che stiamo registrando sul territorio è molto preoccupante. Una per tutte la situazione della Rsa di Petritoli ove da un anno a questa parte continuano a mancare infermieri ed Oss per diversi motivi. Varrebbe la pena ricordare che nell’estate scorsa furono ridotti i posti letto a 12 dagli iniziali 20 per l’impossibilità di reperire Oss. Recentemente, in modo assolutamente improvvido, senza calcolarne le ricadute e soprattutto senza ovviare alle carenze di infermieri ed Oss assenti per lungo tempo, i posti letto sono stati riportati a 18 creando una situazione a limite del sopportabile e rischiando, nonostante la disponibilità dei professionisti, di non poter garantire i livelli minimi accettabili di assistenza. Anche questi turni saranno oggetto di segnalazione all’Ispettorato del Lavoro. Medesima situazione preoccupante si registra nelle Cure Intermedie di Montegranaro e di Sant’Elpidio a causa di immissione di pazienti con complessità ben maggiori di quelle previste dai protocolli con aumento esponenziale di casi sociali come malati con patologie psichiatriche o di dipendenza oltre che di quasi assenza di supporto familiare. Prevedere un solo infermiere in turno in tali realtà è ormai impensabile se si vogliono garantire le cure in sicurezza. Queste ed altre sono le realtà ove la Direzione di Ast dovrebbe recarsi prima di tutte ma evidentemente in esse ci sarebbero poche foto sorridenti da scattare. In tutto questo marasma, aumenta lo scontento, la disaffezione al lavoro in questa Ast e pure le richieste di trasferimento in altre Aziende della Regione reputate migliori se non addirittura i licenziamenti volontari. La Cisl Fp vorrebbe confrontarsi fattivamente su queste criticità con la Direzione di Ast come pure su altre questioni ma necessiterebbe un’operazione verità e soprattutto la volontà di intraprendere un percorso condiviso conoscendo le reali risorse disponibili che sono tenute nascoste, pure quelle per il nuovo ospedale di Fermo. E’ da considerarsi poca cosa l’aumento del tetto di spesa del personale derivante dal decreto Calabria previsto per Ast Fermo. Solo 1,2 milioni di euro per una realtà fortemente indietro e mai veramente tutelata e supportata dalla politica, sono una goccia nel mare dei problemi mai risolti».
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