di Roberto Cruciani
E’ stata apposta la firma per il nuovo biodigestore in contrada San Biagio. A firmare sono stati il Rup Mauro Fortuna, il direttore dei lavori Giorgio Gigli e Angeloantonio Disabato, titolare della ditta che andrà ad eseguire l’opera. «Si tratta dell’appalto più importante del Comune di Fermo e dobbiamo dire grazie per questo progetto – sottolinea il sindaco Paolo Calcinaro – alla lungimiranza di Asite e al lavoro messo in campo da tutti i tecnici e tutti gli uffici coinvolti. Parliamo di economia circolare con rifiuti organici che diventeranno biometano e quindi un bene pubblico preziosissimo. La base di partenza sono di 27mila tonnellate gestite attualmente dalla discarica ma si punta a crescere nella raccolta differenziata per far lavorare a pieno regime l’impianto ovvero sulle 35mila tonnellate, diventando un riferimento del comprensorio visto che si tratta dell’unico biodigestore in fase di realizzazione». Un investimento da 36 milioni di euro totali, di cui 25 direttamente dal Pnrr (il restante da un mutuo flessibile preso dalla società) che giocoforza ne determina l’agenda. Proprio per questo la consegna non può slittare oltre il maggio 2026.
E mettere mano a quel finanziamento del Pnrr non è stato semplice: «Un bando complesso da preparare: «Iniziammo già nel primo mandato, quasi otto anni fa – sottolinea l’assessore all’ambiente Alessandro Ciarrocchi – e riguardava il centro sud con 550 domande presentate, siamo arrivati 13esimi: ultimo progetto ad essere finanziato e con una concorrenza importante».
Soddisfatto il presidente dell’Asite, Alberto Paradisi: «Penso a sei anni e mezzo di lavoro intenso svolto grazie a tutti i tecnici. A pieno regime l’impianto potrà lavorare 35mila tonnellate di organico. Quando questi rifiuti arrivano in discarica vengono innanzitutto trattati per separarli da metalli e sabbia per poi passare alla produzione nei silos. Obiettivo sono i 3 milioni di metri cubi di biometano all’anno ma da questo ci saranno anche 28mila metri cubi d’acqua che sarà riutilizzata nel ciclo e una parte solida di ammendante usato per l’agricoltura per circa 12mila tonnellate l’anno. Attualmente l’ammendante prodotto viene regalato agli agricoltori, ma poi si farà un’attenta valutazione perché quanto sarà prodotto in quel modo sarà ovviamente di grande qualità».
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