Il baritono Furio Zanasi e la direzione di Matteo Laconi per “Valorosi Concenti”, anteprima del Fermo Vocal Fest

FERMO - Appuntamento sabato 29 marzo, alle 21.15, all’Oratorio di San Domenico a Fermo

Matteo Laconi

Il Fermo Vocal Fest, rassegna tra le più rinomate nel centro Italia, inaugura la stagione con “Valorosi Concenti”, brani solistici, duetti e cori tratti da L’Orfeo e da Il Ritorno d’Ulisse in Patria. Appuntamento di rilievo in programma sabato 29 marzo, alle ore 21.15, all’Oratorio di San Domenico a Fermo. Sarà una serata dedicata alle grandi musiche operistiche del ‘600 di Claudio Monteverdi presentate dal complesso vocale e strumentale Vox Poetica Ensemble, gruppo altamente specializzato nell’esecuzione del repertorio del Sei-Settecento. Alla guida della compagine musicale, composta da cantanti solisti, orchestra e coro, ci sarà Matteo Laconi, giovane cantante e talentuoso musicista fermano che ha già calcato palcoscenici internazionali con il debutto avvenuto al Music Fest di Brema, in Germania, nell’agosto 2023 e a giugno 2024 all’Operà Royal de Versailles a Parigi nel cast dei solisti dell’Orfeo di Monteverdi sotto la prestigiosissima direzione di Jordi Savall.
Nel concerto saranno proposti brani solistici, duetti e cori tratti da L’Orfeo e da Il Ritorno d’Ulisse in Patria: protagonisti il coro Vox Poetica Ensemble, il baritono Furio Zanasi, il mezzosoprano Emily Scopini e con il canto e la direzione Matteo Laconi; le voci saranno accompagnate da Stefano Gérard e Veronica Berardi (violini), Marco Ottone (viola da gamba) e Simone Bassi Astolfi (organo e clavicembalo).
«Da segnalare la straordinaria partecipazione – rimarcano dall’organizzazione del Fermo Vocal Fest – del celebre baritono Furio Zanasi, punto di riferimento assoluto del recitar-cantando monteverdiano e non solo per i principali gruppi internazionali specializzati nell’esecuzione di questo repertorio con i quali ha registrato per le principali emittenti radiofoniche europee e per le più prestigiose etichette discografiche internazionali più di 60 dischi».

Furio Zanasi

«Claudio Monteverdi da tempo – aggiungono – è venerato come il primo grande operista. È però il caso di ricordare che oltre la metà delle sue opere è perduta e che la sua attuale fama si basa sulle uniche tre a noi giunte: L’Orfeo del periodo mantovano della sua carriera (1607), Il ritorno d’Ulisse in patria (1640) e L’incoronazione di Poppea (1643) del periodo veneziano. Autentici capolavori sufficienti a garantire la sua fama di operista. La prima prende vita all’interno della corte mantovana dei Gonzaga ed era un modo per il compositore di glorificare al massimo la dinastia regnante. Le altre due opere, risalenti al periodo veneziano, non erano destinate ad una corte ma a un teatro pubblico. Tuttavia, per diverse che possano sembrare, OrfeoUlisse Poppea condividono i tratti inconfondibili del compositore, uno fra i più significativi del suo o di ogni altro tempo: tutte e tre dimostrano la sua convinzione senza compromessi che la musica debba servire al testo così da veicolare le emozioni umane, da commuovere con grande costanza e sommuovere nell’ascoltatore i sentimenti più profondi».

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