di redazione CF
«Intervengo in merito agli articoli comparsi nei giorni scorsi (con la pubblicazione di un comunicato stampa dei carabinieri, ndr) in ordine alla vicenda relativa alla morte del romeno Mihaita Radu, occorsa nel febbraio 2020, che ha portato all’arresto del mio assistito. Pur prendendo atto della decisione della Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza di condanna, il mio assistito si è sempre dichiarato e tuttora si dichiara estraneo ai fatti. Il processo resta indiziario e, soprattutto, privo di movente». A parlare è l’avvocato Marco Tomassini, che difende il 36enne arrestato con l’accusa di omicidio per l’uccisione del 31enne romeno trovato senza vita, nel febbraio del 2020, a Porto Sant’Elpidio, in via Pescolla.
«Non risponde a verità, infatti, quanto riportato sugli organi di stampa circa il fatto che il mio assistito fosse gravato da precedenti penali per spaccio e che in tale contesto criminale si sia originata la morte del ragazzo rumeno. Dal processo non sono emersi in alcun modo tali elementi. Peraltro, il mio assistito, tornato temporaneamente con la sua famiglia in Albania per motivi personali – aggiunge l’avvocato Tomassini – è rientrato in Italia spontaneamente, sempre con la propria famiglia, dopo la pronuncia della sentenza di condanna di primo grado, per partecipare al processo di appello e di Cassazione. Mai dunque è stato irreperibile, avendo nominato me sin dai primi momenti della sua iscrizione nel registro degli indagati. Peraltro, mai nei suoi confronti è stata richiesta, durante le indagini, l’emissione di una misura cautelare».
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