Zes, l’onorevole Curti: «Il Governo ha voltato le spalle alle Marche»

POLITICA - «Mentre in Abruzzo e in altre aree le imprese beneficiano di un regime agevolativo, le attività marchigiane si trovano a operare in condizioni di oggettivo svantaggio»

Dal cuore del distretto del cappello, eccellenza manifatturiera tra Fermo e Macerata, nelle ultime ore si è alzato un nuovo grido d’allarme. Le 80 imprese e i 1.300 addetti del comparto, simbolo del made in Italy, stanno affrontando una crisi profonda: ordini in calo, costi alle stelle e prospettive sempre più incerte. Il fatturato, nel solo 2023, è sceso del 26,5% mentre l’export ha perso quasi il 7%. Tra le richieste più pressanti, da parte degli imprenditori, c’è l’istituzione della Zona Economica Speciale (ZES), già operativa in altre regioni del Mezzogiorno.

L’onorevole Augusto Curti (Partito Democratico), da sempre sostenitore dell’estensione della ZES alle Marche, non usa mezzi termini: «Il Governo, con la complicità della Regione, ha voltato le spalle ai distretti produttivi marchigiani. L’esclusione dalla ZES è una scelta miope e profondamente ingiusta, che penalizza un territorio già provato da crisi industriali, eventi calamitosi e carenze infrastrutturali. Mentre in Abruzzo e in altre aree le imprese beneficiano di un regime agevolativo, le attività marchigiane si trovano a operare in condizioni di oggettivo svantaggio. La conseguenza, come denunciano gli operatori, è una fuga progressiva degli investimenti verso territori più attrattivi».

«Le Marche, in quanto regione “in transizione”, avevano pieno diritto alla ZES: abbiamo dunque presentato emendamenti, mozioni, interrogazioni – prosegue Curti – ma le nostre richieste sono cadute nel vuoto. È inaccettabile che il Governo Meloni, verso cui il centrodestra regionale non perde occasione di dimostrarsi vassallo, continui a ignorare le esigenze di un sistema produttivo vitale per la nostra economia. Il comparto del cappello, nello specifico, è schiacciato dall’aumento dei costi energetici, dalla riduzione della domanda e dalla carenza di manodopera specializzata. La richiesta di un intervento straordinario è chiara: misure fiscali, decontribuzione, proroga della cassa integrazione e investimenti nella formazione. In questo contesto la ZES, dunque, appare come uno strumento realmente risolutivo per rilanciare il settore. Le Marche non possono essere trattate come una regione di serie B – incalza Curti –. Il Governo predica coesione territoriale ma, nei fatti, continua a promuovere una politica palesemente discriminatoria. Mi chiedo se in Regione non si rendano conto di come, progressivamente, si stia pregiudicando la competitività delle aziende marchigiane, mettendo a rischio un formidabile patrimonio di eccellenze».


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