Il presidente Francesco Chelli (quindo da sin.) con alcuni membri del direttivo degli ex studenti, il presidente degli ex studenti Enrico Paniccià, la dirigente scolastica Francesca Iormetti, il presidente del consiglio comunale di Fermo, Francesco Trasatti, le studentesse Aurora Properzi e Aurora Cantatore
Un viaggio tra i numeri e i dati per capire l’importanza della statistica nel leggere e comprendere l’evoluzione della società. È quanto andato in scena ieri pomeriggio nell’aula magna gremita di pubblico dell’Itet Cpia Carducci Galilei di Fermo, grazie alla lectio magistralis tenuta dal fermano Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Statistica. «Una presenza che ci inorgoglisce e che contribuisce ad allargare l’orizzonte formativo degli studenti che oggi frequentano il nostro istituto» ha sottolineato Enrico Paniccià, presidente dell’associazione degli ex allievi Itet che ha organizzato, in collaborazione con la scuola, l’evento.
E proprio due studentesse del 5° anno hanno introdotto la “lectio” ponendo delle domande al presidente Chelli su come la statistica possa aiutare a interpretare il presente e pianificare il futuro, soprattutto per i giovani.
Chelli ha saputo restituire il significato del valore della cultura statistica in modo brillante e coinvolgente a partire dall’importanza della lettura demografica dei territori. «I dati che ha presentato – fanno sapere gli ex Allievi – disegnano un quadro complesso, a cominciare dal fenomeno della denatalità e progressivo invecchiamento della società, un andamento che coinvolge non solo il piano locale ma nazionale e, più in generale, del mondo occidentale. In Italia, secondo le rilevazioni più recenti relative al 2024, i nuovi nati sono stati circa 370.000 mentre una ventina di anni fa si attestavano a 500.000, con un tasso di fecondità pari a 1,18 che ci pone al quartultimo posto in Europa. Tuttavia, citando un’indagine statistica condotta nella fascia di età tra gli 11 e i 17 anni, è emerso come i giovanissimi vedano nel loro futuro una possibilità concreta di avere figli, un desiderio di genitorialità, quindi un segnale di speranza. Chelli ha poi parlato di affidabilità dei dati raccolti grazie alla professionalità dei ricercatori, di indipendenza e autonomia dell’Istat, dell’importanza della ricerca statistica e di come possano esservi scenari professionali per i giovani che, una volta finiti gli studi, vogliano approcciarsi a questo tipo di lavoro Il presidente ha evidenziato il bisogno di informatici, statistici, economisti e giuristi: queste sono le figure che interessano l’Istat. Tornando sulla lettura della situazione marchigiana, Chelli ha sottolineato il dato della diminuzione complessiva della popolazione così come quello della crescita degli indici di vecchiaia; altro spunto significativo la diminuzione del numero di stranieri, in controtendenza rispetto a quanto si registra a livello nazionale, indice di come l’economia offra minori possibilità rispetto al passato in termini di occupazione. Il presidente Istat ha invitato i giovani a investire sulla loro formazione. Occorre far crescere il capitale umano, questa è la più alta redditività che può assicurare un investimento per il futuro, non solo per loro ma per il nostro Paese».
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