L’avvocato Michele Ferrini
Il tribunale di Fermo pochi giorni fa ha assolto un uomo, citato a giudizio per rispondere dell’accusa di aver denunciato dei fatti che, secondo la ricostruzione dell’accusa, non si sarebbero mai verificati nella realtà.
Il giudice monocratico, Roberta Pilotti, ha invece ritenuto di accogliere le richieste formulate dall’avvocato Michele Ferrini, difensore dell’imputato. L’accusa aveva invece richiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione. «Fin dalla prima udienza la strategia difensiva è stata chiara: dimostrare che alcuni dei fatti denunciati dal mio assistito sono oggettivamente veri e si sono verificati realmente – ha dichiarato il legale – mentre altri gli sono stati raccontati da una ragazza, vittima di spiacevoli episodi. È soprattutto nell’interesse di quest’ultima che il mio cliente ha deciso di sporgere denuncia».
Si tratta di fatti risalenti al 2019, periodo in cui la ragazza in questione ha subìto aggressioni in circostanze mai del tutto chiarite. Proprio a quell’epoca decise di confidarsi con l’imputato, raccontandogli con dovizia di particolari tutto quello che le era successo e che in parte lo vedeva direttamente coinvolto. Il tutto salvo poi cambiare idea, anni dopo, e raccontare che niente di quello che aveva raccontato al giovane sangiorgese era accaduto realmente, e che anzi sarebbe stato proprio l’imputato a suggerirle di inventare quelle storie, probabilmente con lo scopo di perseguire penalmente delle persone invise a quest’ultimo.
Una testimonianza, quella della ragazza, che, visto l’esito del processo, non ha convinto del tutto il giudice.
«Siamo riusciti, grazie a delle contestazioni puntuali rispetto ad alcuni dei fatti oggetto del giudizio, a dimostrare che esistono dei riscontri ben precisi per molte delle circostanze denunciate dal mio assistito – prosegue Ferrini -. Più in generale, dalla sentenza sembra emergere che non è stato possibile ricostruire il reale svolgimento dei fatti, almeno per quanto riguarda una certa parte delle vicende». Il tribunale ha pronunciato una sentenza di assoluzione proprio dubitando della possibilità di provare che le cose siano andate diversamente dalla versione fornita dall’imputato. «Da qui la nostra soddisfazione – conclude l’avvocato – per il lavoro svolto dalla difesa che è riuscita ad evidenziare le incongruenze nelle testimonianze rese in aula e a ristabilire la verità dei fatti. Ora non resta che attendere le motivazioni per comprendere meglio il ragionamento logico-giuridico svolto dal Giudice». Motivazioni che arriveranno nel termine di 90 giorni dalla sentenza.
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