L’ingresso del porto turistico
di Sandro Renzi
Nero su bianco la giunta Vesprini ha chiarito quale sarà l’iter da seguire per la gestione temporanea del porto. Lo ha fatto con tanto di delibera che prende le mosse da un precedente atto amministrativo del 2024, lo stesso che aveva fornito gli indirizzi relativi alla gestione dell’approdo dopo la revoca della concessione demaniale nel 2023, in attesa che a pronunciarsi fosse il Consiglio di Stato. Ora dagli annunci si passa ai fatti. La delibera, infatti, stabilisce formalmente che sarà la Sgds Multiservizi a garantire continuità dei servizi interni al porto turistico e ciò, si legge, per evitare interruzioni nel periodo necessario ad individuare il nuovo concessionario con gara pubblica. Per la società, partecipata al 100% dal Comune, è una sfida non da poco sia per la delicatezza della materia trattata quanto per la complessità che la gestione di un porto inevitabilmente si trascina dietro. A partire dal piano finanziario che deve essere redatto e dagli elevati costi da sostenere per la sua operatività.
Vengono dunque escluse altre due modalità di gestione sul tavolo. Quella in campo all’ente di via Veneto, perché finirebbe per ricadere sul servizio demanio e patrimonio che opera attualmente con una dotazione organica di tre unità impegnate in altre incombenze (adeguamento del piano di spiaggia alle Nta, gara per l’individuazione del nuovo concessionario etc.), ma anche quella in capo a terzi scelti attraverso una procedura comparativa. Strada quest’ultima che richiederebbe la definizione di altri elementi che ancora sono al vaglio del Comune. A ciascun dirigente comunale, per le proprie competenze, viene quindi dato mandato di procedere con l’affidamento della gestione alla Sgds «mediante contestuale rilascio di concessione demaniale marittima», di ricorrere pertanto allo strumento dell’in house providing nei confronti della stessa società, ovvero affidamento diretto della gestione ad una società controllata dal Comune per svolgere attività, servizi o forniture. E infine si richiede la relativa predisposizione di una delibera di Consiglio comunale istitutiva del servizio per un necessario passaggio nella civica assise. Tutto questo dovrebbe coprire il tempo necessario a redigere un bando di gara. Tempi lunghi, dicono i ben informati, anche perché bisogna prima concludere le operazioni di ricognizione dei beni presenti nell’area portuale ed allo stesso tempo non creare interruzioni nella erogazione di un servizio che per sua natura ha rilevanza economica ed è «fondamentale per il tessuto economico comunale».
Occorre quindi redigere un verbale di incameramento, onere a carico di una Commissione ad hoc convocata dalla Capitaneria di Porto e richiesta dal Comune. Nella relazione, a firma del segretario generale, Maria Stella, che accompagna la delibera, si ripercorrono le ultime azioni messe in campo per chiudere questa prima partita, non senza qualche difficoltà. L’avvio della ricognizione dei beni presenti nell’area oggetto della concessione demaniale è stato effettuato il 14 marzo con un primo sopralluogo. L’obiettivo è procedere alla stima delle risorse necessarie per la gestione, nonché i contenuti e le caratteristiche di un progetto «idoneo a garantire la valorizzazione del porto ed al tempo stesso una redditività della gestione, anche al fine di determinare la durata dell’affidamento» si legge ancora nella relazione dalla quale traspare la difficoltà «di reperire gli elementi conoscitivi necessari alla commissione che si trovano attualmente in possesso esclusivo del concessionario decaduto che ha rifiutato di condividerli. Il Comune ha comunque avviato un’attività di ricerca tesa a costruire una banca dati attendibile che sarà perfezionata solo a seguito dell’effettiva e compiuta verifica delle precedenti condizioni di gestione per le quali risulta necessaria la collaborazione dell’x concessionario». Il prossimo passaggio in Consiglio comunale servirà intanto per suggellare questa decisione e far entrare nella piena operatività la Sgds.
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