Curti: «Il no alla Zes per le Marche grave errore di Governo e Regione»

AZIENDE - Il deputato Pd: «Qui non ci sono alibi. Se Governo e Giunta regionale continuano con questo atteggiamento, nelle nostre aree industriali ed artigianali resteranno solo le sterpaglie. Non possiamo permetterlo»

«Nel distretto calzaturiero marchigiano si stanno spegnendo le luci e la fiducia. A dirlo non sono solo i numeri, ma le porte che si chiudono, i capannoni vuoti, i lavoratori che perdono il posto di lavoro. Governo e Regione non possono più far finta di nulla: servono misure urgenti, strutturali e soprattutto concrete».

È l’appello netto dell’On. Augusto Curti (Pd), che porta in Parlamento le istanze di un territorio in profonda sofferenza. «Oltre 4.000 posti persi in cinque anni, il 60% delle ore di cassa integrazione della Regione concentrato qui, vendite in caduta libera e imprenditori che,  davanti alla scelta se resistere o chiudere, non trovano più le condizioni minime per resistere». Una situazione che, denuncia Curti, «non è frutto del caso, ma della disattenzione e sottovalutazione da parte delle istituzioni centrali e regionali. La mancata concessione della Zona Economica Speciale per le Marche, sulla quale molto ci siamo battuti e ci stiamo ancora battendo, rappresenta il più grave errore di politica economica mai commesso da un Governo e una Giunta nella storia della regione Marche».

Il Deputato punta il dito contro le scelte del Governo: «Invece di investire sulle filiere strategiche si preferisce coltivare quelle istituzionali che, nei fatti, si sono rivelate tragicamente  letali anche per i distretti produttivi storici. La Zes poteva e può rappresentare un formidabile strumento, in grado di favorire la competitività delle nostre aziende calzaturiere un’interrogazione e chiederò un piano straordinario per la calzatura. Serve un piano strutturale che contempli fiscalità di vantaggio per chi investe e un fondo per accompagnare innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione delle imprese».

Curti chiude con un monito: «Qui non ci sono alibi. Se Governo e Giunta regionale continuano con questo atteggiamento, nelle nostre aree industriali ed artigianali resteranno solo le sterpaglie. Non possiamo permetterlo».


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