La notizia della morte di Papa Francesco ha scosso la comunità cristiana di tutto il mondo. Tanti i ricordi nella comunità picena.
Che dire di un Papa che, all’indomani di un devastante terremoto, che ha mietuto vittime, non ha esitato a recarsi nei luoghi simbolo. Il 4 ottobre del 2016 è arrivato in visita privata, senza avvisare nessuno e prendendo alla sprovvista i suoi stessi collaboratori.
Le prime tappe nelle laziali Amatrice ed Accumoli, di buon ora, dove accompagnato dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili (che poi sarebbe stato amministratore apostolico della Diocesi di Ascoli, ha fatto visita alle famiglie colpite dai lutti e ai ragazzi che non avevano più la scuola. Poi ha pregato davanti alle macerie.
Dopo Amatrice, Accumoli. Poi Papa Francesco è arrivato a Pescara del Tronto, la frazione di Arquata rasa al suolo dal terremoto, dove sono morte 51 persone.
Ad Arquata c’erano ad attenderlo i bambini al campo di Borgo, dove si trova la loro scuola: una serie di tende sotto una tensostruttura, dato che tutti gli altri edifici scolastici sono inagibili. Alle 14 Il Papa è arrivato al campo base di Borgo di Arquata del Tronto. Ha visitato la tensostruttura che ospita le scuole e la tendopoli con gli ultimi rimasti. C’erano fra gli altri anche l’allora sindaco Aleandro Petrucci, l’allora vice ed oggi primi cittadini Michele Franchi, il vescovo di Ascoli Giovanni D’Ercole e la preside Patrizia Palanca.
La gente di Arquata gli ha donato una maglietta con la scritta “Il coraggio non trema”. E Francesco ha risposto: «Buon pomeriggio a tutti voi. Io ho voluto esservi vicino in questo momento e dirvi che vi porto nel cuore e so, so della vostra sofferenza e delle vostre angosce e so anche dei vostri morti e sono con voi e per questo ho voluto oggi essere qui. Adesso preghiamo il Signore perché vi benedica e preghiamo anche per i vostri cari che sono rimasti lì, e sono andati in cielo. E coraggio, sempre avanti, sempre avanti. I tempi cambieranno e si potrà andare avanti. Io vi sono vicino, sono con voi».
Papa Francesco ha seguito le popolazioni terremotate anche negli anni a seguire, tornando nelle Marche in più occasioni.
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