Aumentano gli infortuni e a farne le spese sono soprattutto le donne e gli over 60. Il settore maggiormente interessato è quello delle costruzioni, mentre quello che vede il maggior aumento è la chimica-gomma-plastica. E’ il quadro che emerge dai dati Inail, elaborati da Ires Cgil Marche, nel periodo gennaio-febbraio 2025.
«Le donne, più degli uomini, sono vittime della precarietà del lavoro – dichiara Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche – , sono coloro su cui più si scaricano le fragilità del sistema. Per questo, è necessaria una formazione adeguata e di qualità».
I DATI E L’ANALISI
Rispetto allo stesso periodo del 2024 (2.487 infortuni) le denunce sono passate a 2.514 (+1,1%), valore in controtendenza rispetto a quello medio del Paese (-3,4%). La provincia più colpita è Macerata dove si registra un + 13,3% seguita da Fermo con +5,5%, e Ascoli Piceno con +1,9%. Nell’incremento, le donne sono le più colpite, +2,4%, quindi gli over 60 ,+17,2%. Il settore con l’aumento maggiore è quello di chimica, gomma e plastica con +52,5%. Una situazione preoccupante e che fa riflettere anche in vista del 28 aprile, giornata mondiale della sicurezza sul lavoro.
«Questi dati rispecchiano fedelmente le criticità e le distorsioni del nostro modello produttivo, che devono essere rimosse al più presto – sottolinea Longhin- , ecco perché ci vuole una formazione adeguata, da svolgere prima che i lavoratori vengano adibiti a specifiche mansioni. Il tutto anche tenendo conto della conoscenza della lingua italiana per gli stranieri. Ma, soprattutto, la formazione deve essere erogata da enti accreditati e certificati». La precarietà crea «insicurezza e su questo occorre intervenire».
Per quanto riguarda gli over 60, chiarisce Longhin, «il fenomeno è sempre più diffuso perché, nelle Marche, stipendi e pensioni sono basse e dunque spesso si è costretti a lavorare fino a tarda età».
Infine, per quel che concerne gli stranieri, anche loro tra i più colpiti da infortuni, chiude la segretaria, «vanno considerati i fenomeni di dumping, dovuti allo sfruttamento della manodopera illegale e ai fenomeni di caporalato».
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