Sette milioni di euro per il porto, accordo Comune-Regione. Fine lavori entro il 2029, ma si cercano altre risorse

PORTO SAN GIORGIO - Le risorse messe a disposizione del Comune per l'adeguamento morfologico e strutturale del porto andranno spese entro il 2029. E' quanto scritto nello schema di convenzione approvato dalla giunta Vesprini pochi giorni fa. Un passaggio obbligatorio, per il quale si aspetta l'ok della stessa Regione, che ha veicolato gli oltre 7 milioni di euro suddivisi in quattro annualità, recuperati nell'alveo dell'accordo per la coesione 2021-2027 siglato nell'ottobre 2023 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la stessa Regione Marche.

Il porto turistico di Porto San Giorgio (foto Cristiano Ninonà)

di Sandro Renzi

Le risorse messe a disposizione del Comune per l’adeguamento morfologico e strutturale del porto andranno spese entro il 2029. E’ quanto scritto nello schema di convenzione approvato dalla giunta Vesprini pochi giorni fa. Un passaggio obbligatorio, per il quale si aspetta l’ok della stessa Regione, che ha veicolato gli oltre 7 milioni di euro suddivisi in quattro annualità, recuperati nell’alveo dell’accordo per la coesione 2021-2027 siglato nell’ottobre 2023 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la stessa Regione Marche. Il progetto di massima, come noto, era stato presentato in Teatro suscitando però qualche perplessità da parte dell’opposizione di centrosinistra che aveva chiesto lumi agli uffici sull’effettivo stadio del progetto e su chi lo avesse predisposto.

Lo schema prevede che nell’anno in corso e nel 2026 si spendano 700 mila euro complessive, poi 3 milioni nel 2027, altri 3 milioni nel 2028 e 562 mila euro nel 2029. Il Comune di Porto San Giorgio, in veste di ente attuatore, potrà dunque spendere le risorse solo rispettando il piano finanziario. In caso contrario e salvo cause non imputabili al Comune stesso, se dal monitoraggio annuale dovesse emergere qualche discrepanza sul cronoprogramma, la Regione passerà al definanziamento. Rendicontazione, monitoraggio, comunicazioni ma soprattutto progettazione, richiesta di autorizzazioni e pareri, appalto, esecuzione dell’opera, collaudo, tutto sarà in capo al Comune che non potrà fallire vista peraltro la tempistica molto rigida a cui è chiamato.

Lo studio di fattibilità proposto cerca di risolvere il problema legato all’insabbiamento dell’imboccatura del porto. Sono stati condotti studi, applicati modelli matematici ed alla fine si è arrivati alla conclusione che i due moli che “abbracciano” il porto al suo ingresso dovrebbero essere inclinati di circa 35° verso est. Ciò consentirebbe di ridurre gli effetti dei moti ondosi provenienti da Nord Est e quindi limitare il fenomeno dell’insabbiamento. Il progetto prevede pure un intervento corposo nel molo sud, che protegge la parte peschereccia dell’approdo. Lì andrebbe realizzata una vasca di colmata sopra alla quale far sorgere nuove strutture e tanto verde, una sorta di balconata sul porto. La vasca ha la funzione di contenere i sedimenti provenienti dai dragaggi e non riutilizzabili per il ripascimento dell’arenile. Avrebbe una superficie di circa 18.000 mq, lunghezza di 350 metri ed una capacità volumetrica complessiva pari a circa 50.000 mc. Qui potrebbero trovare posto una struttura per la pesca sportiva, alberi ed attrezzatture per l’accoglienza per circa 440 mq. Si stima che per completare l’intero intervento occorra il doppio di quanto già è a disposizione delle casse comunali. Ma questa sarà l’altra impresa che vedrà l’Amministrazione impegnata a reperire il resto muovendosi sui canali strettamente politici.

 

 


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