Impianti per fonti rinnovabili, Cesetti (Pd) e Ruggeri (M5S): «Servono norme per tutelare i territori»
I DUE CONSIGLIERI REGIONALI «Norme per tutelare il territorio dal proliferare degli impianti a fonti rinnovabili, altrimenti le Marche resteranno esposte a eventuali speculazioni dei privati». Depositata una proposta di legge per l’individuazione delle aree idonee e non idonee dove autorizzare la realizzazione di nuovi progetti
Più tutele per il territorio, maggiore salvaguardia del paesaggio, ma soprattutto una normativa più chiara riguardo i siti dove potranno essere installati gli impianti a fonti rinnovabili. È questo l’intento della proposta di legge presentata in consiglio regionale dai gruppi assembleari di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, con in testa i consiglieri Fabrizio Cesetti e Marta Ruggeri, per l’individuazione delle aree idonee e non idonee dove autorizzare la realizzazione di nuovi progetti.
«Non è possibile – afferma il consigliere del Partito Democratico, Fabrizio Cesetti, primo firmatario della proposta di legge – che la maggioranza di Acquaroli si rifiuti di legiferare per dare alla Regione Marche norme certe e vincolanti rispetto all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Decidere di non decidere potrebbe diventare estremamente pericoloso, perché c’è il rischio che le Marche diventino preda di eventuali speculazioni di società private, spesso straniere, che in nome del profitto non esiterebbero a deturpare i nostri territori. Tra l’altro, queste esitazioni da parte della giunta regionale sono incomprensibili se si considera che altre Regioni, tra le quali alcune governate dal centrodestra come il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e l’Abruzzo, si sono già dotate di norme che mirano a tutelare ambiente e paesaggio. Perché le Marche devono restare una giungla priva di regole dove inevitabilmente le ragioni del profitto finirebbero per prevalere sul bene comune? A chi giova tutto questo? Di certo non al futuro della nostra economia e delle nuove generazioni, perché se le Marche continuano a rimanere terra di conquista di eventuali gruppi privi di scrupoli, si bloccherà l’esplorazione di vie di sviluppo sostenibili come il turismo e l’agroalimentare, che sono fondamentali per arginare la crisi dei distretti produttivi».
La proposta di legge di Pd e M5S intende circoscrivere i siti idonei per l’installazione di questi nuovi impianti alle aree a destinazione industriale e artigianale, incluse quelle dismesse, ai terreni agricoli abbandonati o incolti che non siano stati destinati a uso produttivo da almeno cinque annate agrarie, alle superfici di tutte le strutture edificate, compresi i capannoni industriali e i parcheggi, alle discariche o lotti di discarica chiusi e ripristinati, alle miniere, alle cave o a lotti di cave non suscettibili di ulteriore sfruttamento, nonché alle zone dove sono già presenti progetti della stessa tipologia e in cui vengono realizzati interventi di modifica che non aumentano l’area perimetrale.
Aggiunge la consigliera del Movimento 5 Stelle Marta Ruggeri: «La tanto decantata filiera istituzionale con il Governo nazionale non solo non sta affatto funzionando, ma ha peggiorato la situazione, visto che la recente pubblicazione del Decreto attuativo del Governo ha annullato quelle poche leggi regionali già deliberate in materia, fra cui quella marchigiana, unico argine alla proliferazione di mega, quindi impattanti, progetti. Ricordo che la Regione Marche deve individuare aree idonee in superficie tale da poter dimostrare di essere in grado di raggiungere l’obiettivo assegnato di 2.346 MW aggiuntivi entro 5 anni. Al cospetto di così tanto lavoro, tocca a noi opposizione sopperire all’inattività della Giunta Acquaroli».